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può  ereditare se  non  ne  sia  già  in  possesso.  Figli cari nel Signore,
                  abbiate  ben  chiare  queste  parole:  se  farete  il  bene,  sarete  causa  di
                  consolazione per i santi, di felicità per gli angeli nel loro ministero,
                  di  gioia  per  Gesù  nella  sua  venuta.  Fino  a  quell’ora  i  santi  e  gli
                  angeli non si daranno pace pensando a noi. E darete gioia anche alla

                  mia anima, a me misero che abito in questa casa di fango.
                  In  verità,  cari  figli,  questa  nostra  infermità  e  questa  nostra
                  spiacevole  condizione  è  motivo  di  dolore  per  tutti  i  santi,  i  quali
                  piangono e gemono per noi davanti al Creatore di tutte le cose. Per
                  questo,  per  il  gemito  dei  santi  Dio  si  adira  per  le  nostre  azioni
                  malvagie.  Ma  se  faremo  progressi  nella  giustizia,  daremo  gioia

                  all’assemblea  dei  santi  ed  essi  con  letizia  e  con  gioia  innalzano
                  preghiere  al  Creatore.  E  il  Creatore  dell’universo  gioisce  per  le
                  nostre  azioni,  testimoniate  dai  suoi  santi,  e  ci  concede  doni
                  grandissimi.


                  2.  Sappiate  che  Dio  ama  sempre  le  sue  creature:  la  loro  natura  è
                  immortale e non è destinata a dissolversi insieme col corpo. Dio ha
                  visto  la  natura  spirituale  precipitare  nell’abisso  e  trovarvi  morte
                  totale. La legge dell’alleanza si è inaridita ma Dio nella sua bontà ha
                  visitato le creature per mezzo di Mosè (cf. II lettera 2). Mosè gettò le
                  fondamenta della casa della verità e desiderò sanare la grande ferita,
                  ma non vi riuscì e partì. Poi di nuovo ci fu l’assemblea dei profeti, i

                  quali costruirono sulle basi di Mosè, ma anch’essi non riuscirono a
                  sanare la grande ferita del genere umano e si riconobbero impotenti.
                  Poi si riunì l’assemblea dei santi che pregarono il Creatore dicendo:
                  «Non  v’è  forse  balsamo  in  Galaad?  Non  c’è  più  nessun  medico?
                  Perché non si cicatrizza la ferita della figlia del mio popolo?» (Ger

                  8,22)  e  «Abbiamo curato  Babilonia,  ma  non  è  guarita. Lasciatela  e
                  andiamo ciascuno al proprio paese» (Ger 51,9).
                  Tutti  i  santi  imploravano  la  bontà  del  Padre  riguardo  al  Figlio
                  unigenito.  Se  non  fosse  venuto,  nessuna  creatura  avrebbe  potuto
                  sanare  la  grande  ferita  dell’uomo  e  così  il  Padre,  nella  sua  bontà,
                  disse:  «Tu,  figlio  dell’uomo,  fa’  il  tuo  bagaglio  da  deportato,

                  preparati  a  emigrare»  (Ez  12,3).  Il  Padre  «non  ha  risparmiato  il
                  proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi» (Rm 8,32), «schiacciato
                  per le nostre iniquità; per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is
                  53,5).  Ci  ha  radunati  dai  confini  della  terra,  ha  fatto  risorgere  il
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