Page 13 - Lettere
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Dio fu costretto a imporre loro un nome a seconda delle loro opere.
                  Ma  a  quelle  che  maggiormente  hanno  progredito,  darà  gloria  in
                  abbondanza.



                                               Quarta lettera



                  1.  Antonio  saluta  nel  Signore  tutti  i  suoi  cari  fratelli  di  Arsinoe  e

                  delle vicinanze e tutti quelli che stanno con loro. Saluto nel Signore
                  voi  tutti,  miei  cari,  che  vi  siete  preparati  a  andare  verso  Dio,  voi
                  piccoli  e  grandi  (At  8,10),  uomini  e  donne,  figli  d’Israele  per  la
                  vostra natura spirituale. Figli, veramente è grande la beatitudine che
                  avete  ricevuto  perché  grande  è  la  grazia  che  è  stata  concessa  a
                  questa vostra generazione. Poiché siete santi visitati da Dio, è bene
                  che nella lotta non vi lasciate prendere dal peso della fatica fino al

                  momento in cui offriate voi stessi come vittime in  tutta purezza a
                  Dio. Senza purezza, infatti, nessuno è degno dell’eredità.
                  È  importante,  miei  cari,  che  voi  vi  interroghiate  sulla  natura
                  spirituale  nella  quale  non  vi  è  più  né  maschio  né  femmina,  ma
                  soltanto quella natura immortale che ha un inizio, ma mai una fine.

                  Bisogna conoscere perché essa è precipitata a tal punto di bassezza e
                  di vergogna da colpire tutti noi. Conta molto sapere questo perché
                  la nostra natura è immortale e quindi non destinata a dissolversi col
                  corpo.

                  2. Dio vide la gravità della ferita dell’uomo e nella sua misericordia

                  visitò le sue creature. Dopo un certo tempo, per la sua bontà, diede
                  loro la legge, venne in loro aiuto, si servì di Mosè (II Lettera, 2; III
                  Lettera, 2) perché questi consegnasse la legge. Mosè per loro gettò le
                  fondamenta della casa della verità e voleva sanare la grande ferita
                  ma  non  poté  terminare  la  costruzione  della  casa.  Poi  si  radunò

                  l’assemblea di tutti i santi e questi chiesero al Padre per la sua bontà
                  di inviare il nostro Salvatore per la salvezza di tutti. Egli è il nostro
                  grande, fedele sacerdote, il vero medico in grado di curare la nostra
                  profonda  ferita.  Per  volontà  del  Padre,  egli  fu  senza  gloria:  «Pur
                  essendo  di  natura  divina,  spogliò  se  stesso,  assumendo  la
                  condizione  di  servo  (Fil  2,6-7)  e  consegnò  se  stesso  per  i  nostri
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