Page 23 - Lettere
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Vi  sia  ben  chiaro  che  la  sua  venuta  è  stata  giudizio  per  tutto  il
                  mondo. Infatti si legge: «Ecco, verranno giorni – dice il Signore – in
                  cui  tutti  mi  conosceranno,  dal  più  piccolo  al  più  grande.  Non
                  dovranno  più  istruirsi  gli  uni  gli  altri,  dicendo:  Riconoscete  il
                  Signore» (Ger 31,31.34) nome del Signore è arrivato fino ai confini

                  della  terra  «perché  sia  chiusa  ogni  bocca  e  tutto  il  mondo  sia
                  riconosciuto colpevole di fronte a Dio» (Rm 3,19).
                  Gli uomini, infatti, «pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria»
                  (Rm 1,21), come al loro Creatore a causa della loro stoltezza che non
                  ha  concesso  loro  di  capire  la  sua  sapienza.  Ognuno  di  noi  ha
                  venduto  se  stesso  alla  propria  volontà  facendo  il  male  e

                  diventandone schiavo. Perciò Gesù si è privato della sua gloria, si è
                  fatto servo per renderci liberi mediante la sua schiavitù. Noi siamo
                  diventati stolti e per la nostra stoltezza abbiamo fatto ogni specie di
                  male; Cristo si è rivestito di stoltezza per farci sapienti mediante la
                  sua  stoltezza.  Siamo  diventati  poveri  e  per  la  nostra  povertà  ogni

                  forza ci è venuta meno; perciò egli si fece povero per farci ricchi di
                  ogni sapienza e di ogni intelligenza mediante la sua povertà.
                  Ma  non  basta.  Egli  si  è  rivestito  anche  della  nostra  debolezza  per
                  consolarci con la sua debolezza. E al Padre si fece «obbediente fino
                  alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,8) per darci, con la sua morte,
                  la  risurrezione  e  per  distruggere  colui  che  aveva  il  potere  della
                  morte, cioè il diavolo. Se veramente libereremo noi stessi con la sua

                  venuta,  saremo  riconosciuti  discepoli  di  Gesù  ed  entreremo  in
                  possesso dell’eredità di Dio.

                  4. Ma, miei cari nel Signore, il mio spirito è molto scosso e turbato.
                  Abbiamo l’abito e il nome dei santi, ce ne vantiamo di fronte ai non

                  credenti, ma temo che la parola di Paolo si riferisca proprio a noi:
                  «Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti» (Tt 1,16).
                  Per l’amore che nutro per voi, prego Dio per voi perché meditiate
                  sulla  vostra  vita  e  sulla  vostra  invisibile  eredità.  In  verità,  figli,
                  anche  se  impegneremo  tutte  le  nostre  forze  per  cercare  Dio,  non
                  faremo nulla di eccezionale; infatti cerchiamo la nostra mercede che

                  ci appartiene per natura. Ogni uomo che cerca Dio o lo serve, cerca
                  secondo la sua natura. Il peccato invece di cui siamo responsabili è
                  al di fuori della nostra natura.
                  In verità, cari figli nel Signore, a vi che vi siete preparati per offrirvi
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