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questo  anche  i  profeti,  gli  apostoli  e  tutta  l’assemblea  dei  santi,
                  quelli che sono stati eletti da Dio e ai quali è affidata la predicazione
                  apostolica, furono incatenati da Gesù Cristo per la bontà del Padre.
                  Dice infatti l’apostolo Paolo: «Io Paolo, il prigioniero di Cristo» (Ef
                  3,1).

                  La legge scritta vi sorregga in questo buon servizio fino a che siamo
                  in grado di vincere tutte le passioni del corpo e di raggiungere la
                  perfezione  nella  virtù  secondo  l’insegnamento  apostolico.  A  chi  è
                  vicino a ricevere la grazia Gesù dirà: «Vi ho chiamati amici, perché
                  tutto  ciò  che  ho  udito  dal  Padre  l’ho  fatto  conoscere  a  voi»  (Gv
                  15,15).

                  Quelli  che  si  sono  avvicinati  alla  grazia  e  sono  stati  istruiti  dallo
                  Spirito  Santo,  hanno  conosciuto  la  loro  natura  spirituale.  Perciò
                  Paolo dice loro: «Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per
                  ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi
                  per  mezzo  del  quale  gridiamo:  “Abbà,  Padre”»  (Rm  8,15).  Così

                  riconoscono il dono che hanno ricevuto da Dio. Noi infatti «siamo
                  figli, eredi di Dio, coeredi di Cristo» (Rm 8,17).

                  2. Fratelli cari, voi siete partecipi dell’eredità dei santi e tutte le virtù
                  vi appartengono, sono vostre. Non vi lasciate contaminare dalla vita
                  secondo  la  carne,  ma  siate  sempre  presenti  davanti  a  Dio:  «La
                  sapienza  non  entra  in  un’anima  che  opera  il  male  né  abita  in  un

                  corpo schiavo del peccato. Il santo spirito, che ammaestra, rifugge
                  dalla finzione» (Sap 1,4-5). In verità, miei cari, scrivo a voi «come a
                  persone intelligenti» (1Cor 10,15). Voi siete capaci di conoscere voi
                  stessi e chi conosce se stesso conosce Dio, e chi ha conosciuto Dio
                  deve adorarlo in modo conveniente. Miei cari nel Signore, conoscete

                  voi stessi. Chi infatti ha conosciuto se stesso, conosce anche il tempo
                  in cui vive; e chi ha imparato a conoscere il tempo, resta ben saldo e
                  non si lascia deviare da insegnamenti diversi.
                  Circa Ario che in Alessandria levò la sua voce per sostenere dottrine
                  estranee  all’Unigenito  ponendo  un  tempo  a  colui  che  è  fuori  del
                  tempo e un limite, come a una creatura, a colui che non ha limiti e

                  un movimento a chi è fuori del movimento, io dico queste parole:
                  «Se un uomo pecca contro un altro uomo, Dio potrà intervenire in
                  suo  favore,  ma  se  l’uomo  pecca  contro  il  Signore,  chi  potrà
                  intercedere  per  lui?»  (1Sam 2,25).  Quest’uomo  si  è  accinto  ad  una
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