Page 22 - Lettere
P. 22

perché  nutro  per  voi  un  amore  spirituale,  opera  di  Dio,  e  non  un
                  amore  carnale.  Preparatevi  ad  andare  dal  vostro  Creatore,
                  «laceratevi il cuore e non le vesti» (Gi 2,13), sappiate cosa possiamo
                  offrire  al  Signore  per  la  grazia  che  ha  fatto  a  noi  che  qui
                  miseramente  abitiamo.  Nella  sua  grande  bontà  e  nel  suo  infinito

                  amore  il  Signore  si  ricorda  di  noi  e  non  ci  ha  ripagato,  come
                  meritavamo, per le nostre colpe. Egli è stato con noi così buono che
                  ci ha donato il sole in questa valle di tenebre e così pure la luna e le
                  stelle  perché  confortassero  noi,  destinati  alla  morte,  per  la  nostra
                  vanità.
                  Ci sono pure molte altre potenze che egli ha posto al nostro servizio,

                  ma sono nascoste e noi non siamo in grado di vederle con i nostri
                  occhi dei sensi. Cosa daremo noi in cambio al Signore nel giorno del
                  giudizio? Quale dono non ci ha fatto? I patriarchi non hanno forse
                  sofferto per noi? I sacerdoti non ci hanno dato i loro insegnamenti? I
                  giudici e i re non combattevano per noi? I profeti non sono morti per

                  noi? Gli apostoli non sono stati perseguitati per noi? Il Figlio diletto
                  non è morto per noi tutti? Dobbiamo ora prepararci ad andare dal
                  nostro Creatore con purezza. Egli vide che nessun santo o piuttosto
                  nessuna  creatura  poteva  sanare  la  grande  ferita  inferta  alle  sue
                  membra.
                  Perciò  il  Padre,  conoscendo  la  debolezza  dello  spirito  delle  sue
                  creature, ha donato loro la sua misericordia e il suo amore e «non ha

                  risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi» (Rm 8,32),
                  per i nostri peccati. Le nostre iniquità lo hanno umiliato, ma «per le
                  sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,5). Con la potenza della sua
                  parola  egli ci  ha  radunato  da  tutte  le nazioni, ha  fatto risorgere il
                  nostro spirito dalla terra e ci ha insegnato che siamo membra gli uni

                  degli altri.

                  3.  È  opportuno  perciò  che  noi  tutti,  che  siamo  andati  verso  il
                  Creatore,  adoperiamo  la  nostra  intelligenza  e  i  nostri  sensi  per
                  discernere il bene dal male e per riconoscere il piano di salvezza di
                  Gesù grazie alla sua venuta. Egli, infatti, si è fatto «come noi, escluso

                  il  peccato»  (Eb  4,15).  Per  la  nostra  grande  malvagità,  per  il
                  turbamento  causato  dal  male,  per  la  nostra  grave  incostanza,  la
                  venuta di Gesù è stata tentazione per alcuni, profitto per altri, per
                  alcuni sapienza e potenza (1Cor 1,23-24), per altri risurrezione e vita.
   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27