Page 87 - La nube della non conoscenza
P. 87
altri, ignorante e misero quale sono, incapace di insegnare a te e a qualunque
altra persona, per la pochezza della grazia e l’insufficienza del sapere.
Pur essendo così ignorante, devo tuttavia affermare, in risposta al tuo desiderio,
che nonostante la mia poca dottrina confido in Dio, perché la sua grazia abbia a
essere maestra e guida là dove i lumi naturali o la scienza vengono meno.
Sai bene anche tu che, presi nel loro insieme o considerati singolarmente, il
silenzio o il parlare, il rigido digiuno o il normale nutrimento, la solitudine e la
compagnia, non possono in quanto tali rappresentare il vero fine dei nostri
desideri.
Per alcuni uomini però, non per tutti, si tratta di mezzi che aiutano a
raggiungere il fine, quando vengono praticati con disciplina e con
discernimento. Nel caso contrario, sono più di ostacolo che di aiuto.
Non ti consiglio quindi, per il momento, né di parlare molto né di far assoluto
silenzio, né di mangiare abbondantemente, né di digiunare nel modo più
completo, né di stare sempre in compagnia né di vivere in totale solitudine,
dato che la perfezione non risiede in queste cose.
Posso però darti un consiglio che seguirai, in generale, quando proverai questi
impulsi e in tutti gli altri casi analoghi. Ti avverrà talvolta di trovarti davanti al
dilemma di due ispirazioni contrarie, come sono il silenzio e il conversare, il
digiuno e il mangiare, la vita solitaria e quella in compagnia, il vestire comune
dei cristiani e l’indossare abiti strani, tipici delle diverse e più disparate
confraternite. Ricorda che queste ispirazioni, e tutte le altre che alla stessa
maniera si contrappongono fra di loro, non sono in se stesse che opera della
natura e dell’uomo. È per inclinazione naturale e per esigenza del tuo uomo
esteriore che sei portato ora a parlare e ora a tacere, ora a mangiare e ora a
digiunare, ora a vivere in compagnia e ora in solitudine, ora a vestire come tutti
e ora a indossare abiti diversi.
Tu porgi ascolto a queste sollecitazioni, quando percepisci che uno di questi
impulsi può esserti vantaggioso e di aiuto nel tener viva la grazia celeste che
lavora in te.
Ma può anche accadere, Dio non voglia, che tu o chiunque altro, siate così
ignoranti e così accecati dalle perverse tentazioni del dèmone meridiano, da
impegnarvi con assurdi voti (non mi riferisco, naturalmente, ai voti solenni
della nostra santa religione) a compiere quelle stranezze che, sotto apparenza di
santità, consistente in una sottomissione falsamente devota, conducono in
definitiva alla completa distruzione della libertà di Cristo.
La libertà di Cristo è l’abito spirituale dell’eccelsa santità che si può ottenere in
questa vita o nell’altra. O, se vogliamo esprimerci con le parole di s. Paolo: «Ubi
Spiritus Domini, ibi libertas; Dove c’è lo Spirito di Dio, c’è libertà».
7. [Fra due cose opposte, va scelta la realtà che si trova nascosta in mezzo: Dio. Ciò non
può essere compiuto dalla ragione, ma dall’amore].
Quando vedi che tutte queste opere possono avere, nella loro attuazione
pratica, un duplice effetto ed essere buone o cattive, ti prego, desisti dal