Page 82 - La nube della non conoscenza
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LETTERA SUL DISCERNIMENTO
                                         A Pistle of Discrecioun of Stirings
                              [Una lettera sul discernimento degli impulsi (dell’anima)]


                  1. [Quale valutazione dare e quale comportamento assumere quando ci si sente spinti ad
                  azioni eccezionali, come il silenzio, il digiuno, la solitudine, o altre simili].

                  Amico spirituale in Dio, auguro a te, secondo la volontà di Dio, la stessa grazia
                  e la stessa gioia che desidero ardentemente per me.
                  Mi  chiedi  consiglio  per  sapere  se  sia  meglio  tacere  o  parlare,  mangiare
                  normalmente  o  digiunare  in  modo  rigoroso,  vivere  con  gli  altri  o  ritirarsi  in
                  solitudine. Mi dici che sei dubbioso sulla scelta perché, come tu affermi, se da
                  un lato diffidi del troppo parlare, del mangiare come fa abitualmente la gente e
                  del  vivere  in  compagnia,  dall’altro  temi  di  esagerare  praticando  il  silenzio,
                  l’astinenza  più  assoluta  e  una  vita  del  tutto  solitaria,  dato  che  questi
                  comportamenti  potrebbero  spingerti  ad  attribuirti  una  santità  che  sei  ben
                  lontano dall’avere, e ti farebbero incorrere in molti altri pericoli.
                  Spesse volte, ai giorni nostri, si giudicano molto sante le persone che osservano
                  il silenzio, una rigida astinenza e che conducono  vita solitaria; tuttavia simili
                  pratiche  eccezionali  espongono  a  molti  pericoli.  In  verità  queste  persone
                  sarebbero  molto  sante  solo  nel  caso  in  cui  il  loro  silenzio,  il  loro  rigoroso
                  digiuno e la loro vita ritirata avessero come movente la grazia, perché allora le
                  loro sofferenze verrebbero pienamente accolte e tollerate da parte della
                  natura.  Nel  caso  contrario,  esse  si  troverebbero  insidiate  da  ogni  parte  da
                  pericoli, poiché è rischioso forzare la natura umana a compiere azioni devote
                  quali  tacere  o  parlare,  mangiare  in  modo  normale  o  digiunare  rigidamente,
                  vivere in compagnia o in solitudine.
                  Voglio  dire  che  si  può  superare  l’abituale  corso  della  natura  e  mutarne
                  l’equilibrio, soltanto se si è guidati dalla grazia. E questo vale anche per azioni
                  indifferenti in se stesse e che possono essere a un tempo buone o cattive, utili o
                  dannose, proficue o sfavorevoli.
                  Se segui il tuo impulso che ti porta a compiere azioni eccezionali e ti impegni
                  rigorosamente al silenzio, allo stretto digiuno e alla vita ritirata, ti può accadere
                  spesso di praticare il silenzio quando è tempo di parlare, di digiunare quando è
                  meglio mangiare e di vivere appartato quando è preferibile stare in compagnia.
                  Se poi ti lasci andare a parlare quando ne hai voglia, a mangiare come fanno
                  tutti  o  a  vivere  in  compagnia,  forse  ti  capiterà  talvolta  di  parlare  quando
                  sarebbe meglio tacere, di mangiare al posto di digiunare e di vivere fra molta
                  gente quando, sarebbe conveniente starsene soli. Potresti così cadere facilmente
                  in errore e in grande confusione, non solo a danno della tua anima, ma anche di
                  quella degli altri.
                  Tuttavia,  per  evitare  simili  errori  mi  chiedi,  come  apprendo  dalla  tua  lettera,
                  due cose: anzitutto di conoscere l’opinione che ho di te e delle tue inclinazioni; e
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