Page 77 - La nube della non conoscenza
P. 77
all’albero, conserva sempre quel verde sapore di aspro che viene dalla pianta.
Ma passato un poco di tempo da quando è stato colto, e giunto a piena
maturazione, perde tutto il sapore della pianta. Da nutrimento per servi qual
era, prima, diventa ora un cibo degno d’un re.
È a questo punto che l’adorazione amorosa si rivela così meritevole come ho già
detto. Perciò preparati a staccare il frutto dall’albero e a offrirlo, separato da
tutto, all’altissimo Re dei Cieli. Allora a buona ragione sarai chiamato vero
figlio di Dio, perché lo amerai di un amore casto, per quel che egli è, e non per i
suoi benefici. Mi spiego meglio: gli innumerevoli benefici che Dio onnipotente
nella sua bontà del tutto gratuita ha elargito a ciascuna anima in questa vita,
sono motivi più che sufficienti per amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e
con tutte le forze. Supponiamo, anche se è assolutamente impossibile, che
un’anima abbia la potenza, la bontà e l’intelligenza di tutti gli. angeli e i santi
del cielo messi insieme, e che questi doni non li abbia ricevuti da Dio o che non
abbia mai avuto modo di gustare in questa vita la sua benevolenza:
quest’anima, se solo vedesse quanto è amabile Dio in se stesso, sarebbe rapita
d’amore al di là delle sue forze, fino al punto che il suo cuore si spezzerebbe:
tanto Dio in se stesso è bello e attraente, buono e splendido.
5. [L’amore casto ama Dio per se stesso e non per qualsivoglia altra considerazione].
Com’è meraviglioso e sublime l’amore di Dio, per parlarne! Non c’è lingua così
perfetta che possa farne comprendere la minima parte, se non usando
supposizioni impossibili, al di là della nostra portata. È a un simile amore che
faccio riferimento quando esorto ad amare Dio di un amore casto, per quel che
egli è, e non per i suoi benefici. Io, non dico (anche se sarebbe già buona cosa) di
amarlo molto per i suoi benefici, e infinitamente di più per se stesso. Se dovessi
esprimere in maniera più elevata cosa intendo per perfezione e merito di quella
adorazione d’amore, direi così: quando uno sente nel cuore in modo tangibile la
presenza di Dio così com’è in se stesso e percepisce con la ragione il raggio
luminoso della luce perenne, che è poi ancora Dio, in modo da vedere e gustare
quant’è degno d’amore Dio in se stesso, in quel preciso istante l’uomo si
dimentica completamente di tutti i benefici e di tutte le grazie che Dio gli ha
elargito durante la sua vita. E finché dura questo stato interiore, non sente e non
vede altro motivo per amare Dio se non Dio stesso.
Certo, quando si parla della perfezione comune, si può ben dire che la grande
bontà e benevolenza che Dio ci mostra in questa vita sono dei motivi eccellenti e
assai validi per amarlo; ma se si considera l’obiettivo della massima perfezione
cui è mia intenzione condurti attraverso questo scritto, devo dire che chi ama
Dio in maniera perfetta ha paura di ostacolare il cammino della perfezione, e
quindi non chiede altro motivo per amare Dio, una volta raggiunta la cima della
perfezione, se non Dio solo. È in questo senso che io parlo di amore casto:
amare Dio per se stesso, e non per i suoi benefici.
6. [L’amore casto conduce alla perfezione, mentre con l’amore imperfetto si può