Page 64 - La nube della non conoscenza
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lamenta quando il nostro corpo viene a mancare del necessario, e che ci spinge,
nel rispondere ai nostri bisogni, a prendere più del necessario per alimentare e
incoraggiare le nostre voglie. Si lamenta della mancanza di cose o creature
piacevoli, ed è tutta felice e appagata della loro presenza. Si lamenta della
presenza di cose o creature fastidiose, e si compiace vivamente della loro
assenza: Sia questa facoltà che l’oggetto su cui opera, sono entrambi contenuti
nella memoria.
Prima che l’uomo peccasse, la sensibilità era così obbediente alla volontà, di cui
è in certo senso la serva, che non le forniva mai piaceri o dispiaceri disordinati
verso creature materiali, né contraffazioni spirituali di piaceri o dispiaceri,
prodotti nei sensi da qualche nemico spirituale.
Ma ora non è così. Se non è ricondotta dalla grazia a obbedire alla volontà, così
da soffrire con umiltà e moderazione la pena del peccato originale — avvertita
nell’assenza dei piaceri necessari e nella presenza dei dispiaceri così salutari per
lei —; se non è quindi in grado di dominare le sue voglie alla presenza dei
piaceri, e il suo avido godimento in assenza dei dispiaceri, allora la sensibilità
andrà ad avvoltolarsi, misera e lasciva, come un porco nel fango, nelle ricchezze
di questo mondo e nella corruzione della carne, tanto che tutta la nostra vita
sarà bestiale e carnale, piuttosto che umana o spirituale.
CAPITOLO 67
Chi non conosce le facoltà dell’anima e la maniera con cui operano, può essere
tratto in inganno con tutta facilità quando si tratta di capire parole e attività
spirituali; come l’anima è resa un dio nella grazia
E dunque, amico spirituale, puoi ben vedere in che misera condizione siamo
caduti a causa del peccato. Che c’è da meravigliarsi, allora, della nostra cecità e
della facilità con cui restiamo ingannati nel comprendere parole e operazioni
spirituali? Quest’illusione è frequente in particolar modo in quanti di noi non
conoscono ancora le facoltà dell’anima e la maniera con cui operano.
Ogni volta che la tua memoria è occupata da qualche oggetto materiale, fosse
anche per uno scopo nobilissimo, tu sei, tuttavia, al di sotto di te stesso in
questa occupazione, e al di fuori della tua anima. E ogniqualvolta ti accorgi che
la tua memoria, nell’intento di condurti alla conoscenza di te stesso in vista
della perfezione, è tutta presa dalle sottigliezze riguardanti le facoltà dell’anima
e le loro operazioni sulle realtà spirituali, come nel caso di vizi o virtù, tuoi o di
qualche altra creatura spirituale simile a te per natura, allora tu sei dentro di te
e a livello con te stesso. Ma ogniqualvolta senti che la tua memoria non è
impegnata in nessun oggetto materiale o spirituale, ma è tutta presa dalla
sostanza stessa di Dio, e da lui solo, come avviene, a esempio, se si mette in
pratica il lavoro indicato in questo libro, allora tu sei al di sopra di te stesso, e al
di sotto di Dio.
Tu sei al di sopra di te stesso, perché sei riuscito ad arrivare per grazia là dove
non avresti mai potuto arrivare per natura: essere unito a Dio in spirito, in
amore e in armonia di volontà. Ma resti al di sotto di Dio, anche se a questo