Page 63 - La nube della non conoscenza
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stabilito dalla ragione) e con la quale amiamo Dio, desideriamo Dio, e infine,
con piena adesione e immensa gioia, riposiamo in Dio. Prima che l’uomo
peccasse, la volontà non poteva sbagliare nel scegliere o nell’amare o nel fare
qualsiasi altra cosa di sua competenza, perché allora era in grado per natura di
gustare ogni cosa nella sua vera realtà. Ma ora non può più farlo, se non con
l’unzione della grazia. Spesso, infatti, a causa della corruzione del peccato
originale, la volontà gusta come buona una cosa assolutamente cattiva che ha
solo l’apparenza del bene. E sia la volontà che quanto ne costituisce l’oggetto,
sono contenuti e compresi nella memoria.
CAPITOLO 65
La prima facoltà secondaria è l’immaginazione;
il suo operato e la sua obbedienza alla ragione, prima e dopo il peccato
L’immaginazione è la facoltà con la quale raffiguriamo tutte le immagini delle
cose presenti o assenti. Sia l’immaginazione che l’oggetto su cui opera, sono
entrambi contenuti nella memoria. Prima che l’uomo peccasse, l’immaginazione
era così obbediente alla ragione, di cui è in certo senso la serva, che non le
forniva mai immagini contraffatte di creature materiali, né immagini fantastiche
di creature spirituali. Ma ora non è così.
Se non è ricondotta dalla luce della grazia a obbedire alla ragione, essa non
cesserà mai, sia nel sonno che nella veglia, di rappresentare diverse immagini
contraffatte delle creature materiali, oppure qualche allucinazione, che non è
altro che la rappresentazione materiale di una cosa spirituale, ovvero la
rappresentazione spirituale di una cosa materiale. E tutto ciò è sempre fittizio e
falso, e parente prossimo dell’errore.
La disobbedienza dell’immaginazione si può chiaramente rilevare nelle
preghiere di coloro che solo da poco hanno lasciato il mondo per volgersi alla
vita di devozione. Verrà senza dubbio il tempo in cui l’immaginazione sarà in
gran parte ricondotta dalla luce della grazia a obbedire alla ragione, dopo la
costante meditazione sulle cose spirituali, come la propria miseria, la passione e
la bontà di nostro Signore, e così via. Ma finché non si perverrà a questo stadio,
non sarà possibile in alcun modo rigettare la sorprendente varietà di pensieri,
fantasticherie e immagini che vengono suscitate e impresse nella mente dalla
sola luce e curiosità dell’immaginazione.
Questa disobbedienza è la pena connessa al peccato originale.
CAPITOLO 66
L’altra facoltà secondaria è la sensibilità; il suo operato
e la sua obbedienza alla volontà, prima e dopo il peccato
La sensibilità è la facoltà dell’anima che concerne e governa i sensi, attraverso i
quali conosciamo e sentiamo materialmente tutte le creature corporee, piacevoli
o fastidiose che siano. Essa ha due funzioni: una si occupa delle esigenze del
corpo, e l’altra soddisfa le bramosie dei sensi. È questa stessa facoltà che si