Page 59 - La nube della non conoscenza
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modo: dopo la sua morte, egli fu rivestito di immortalità e così avverrà per noi
                  nel  giorno  del  giudizio.  Allora  ci  troveremo  così  rarefatti  nel  corpo  e  nello
                  spirito, che saremo in grado di andare fisicamente in qualunque posto vorremo,
                  con  la  stessa  velocità  con  cui  ora  ci  muoviamo  da  un  posto  all’altro  con  il
                  pensiero. In alto, in basso, di fianco, indietro, in avanti: sarà sempre la stessa
                  cosa per noi, e andrà ugualmente bene, a detta dei teologi; e anch’io la penso
                  così. Ma, adesso come adesso, tu non puoi salire in cielo fisicamente, ma solo
                  spiritualmente.  E  quest’ascesa  è  così  spirituale  che  non  presenta  alcuna
                  direzione fisica: né in alto né in basso, né da una parte né dall’altra, né in avanti
                  né indietro.
                  Sta’ pur certo che tutti coloro che si mettono a fare un lavoro spirituale, e in
                  particolare quello delineato in questo libro, anche se leggono «eleva» o «entra»
                  non devono intenderlo in senso letterale.
                  E anche se il lavoro indicato in questo libro è definito come un impulso, si deve
                  fare molta attenzione perché non tenda corporalmente né verso l’alto né verso
                  l’interno, e non sia in alcun modo un movimento da un posto all’altro. E anche
                  se a volte lo si indica con il termine riposo, non si deve tuttavia pensare che si
                  tratta di restare in un posto senza spostarsi. La perfezione della contemplazione
                  è così pura e cosi spirituale in se stessa, che per intenderla nel suo vero senso
                  deve essere considerata come qualcosa di assolutamente diverso e lontano da
                  ogni movimento o posto fisico.
                  Sarebbe  meglio  e  più  ragionevole  chiamare  questo  lavoro  un  brusco
                  cambiamento, piuttosto che un movimento da un posto all’altro.
                  Il  tempo,  il  luogo  e  il  corpo  vanno  tutti  e  tre  dimenticati  in  ogni  lavoro
                  spirituale.  Quindi  sta’  attento  in  quest’opera  a  non  prendere  come  esempio
                  l’ascensione  corporea  di  Cristo,  per  tendere  fisicamente  in  alto  la  tua
                  immaginazione durante la preghiera, quasi a volerti arrampicare al di là della
                  luna. Non è affatto così che si svolge la nostra attività spirituale.
                  Se  tu  dovessi  ascendere  al  cielo  fisicamente  come  Cristo,  allora  sì  potresti
                  prendere lui come esempio. Però nessuno è in grado di farlo, se non Dio solo,
                  come egli stesso afferma dicendo: «Nessuno può salire al cielo, se non colui che
                  è disceso dal cielo, e che si è fatto uomo per amore degli uomini». E se anche
                  fosse  possibile,  ma  non  lo  è,  sarebbe  dovuto  alla  sovrabbondanza  del  lavoro
                  spirituale e solo alla potenza dello spirito, e non grazie a qualsivoglia tensione o
                  sforzo fisico sulla nostra immaginazione, per farla andare in alto, o dentro, o da
                  una parte o dall’altra.
                  Perciò lascia da parte questo errore: non è così che si fa.

                                                     CAPITOLO 60
                               La maniera più elevata e più breve per giungere al cielo
                                 è quella di correre con il desiderio, e non con i piedi.

                  Ma ora mi chiedi: «Come fai ad arrivare a simili conclusioni?» Infatti, ti sembra
                  di avere  prova sicura ed evidente che il cielo  si trova in alto: Cristo  è  asceso
                  fisicamente verso l’alto e, come aveva promesso, ha mandato lo Spirito santo
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