Page 24 - La nube della non conoscenza
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del tutto particolare.
Penso, infatti, che si debba comprendere e scusare appieno la sua lamentela se
si considera il momento e il modo in cui la fece. La causa prima di tutto quel
che disse, era la sua ignoranza. Non c’è da stupirsi se in quel momento. Marta
non sapeva in qual modo Maria era occupata: credo proprio che non avesse
sentito parlar molto in precedenza di una simile perfezione. Inoltre, quel che
disse, lo disse in maniera cortese e succinta. Perciò la si deve considerare
pienamente scusata.
Allo stesso modo, penso che questi uomini e queste donne del mondo che
vivono nella vita attiva, hanno tutte le buone ragioni per essere scusati delle
loro parole di rimprovero, cui si è accennato poco sopra. E non importa se si
esprimono in maniera rude: bisogna tener conto della loro ignoranza. Come
Marta sapeva ben poco di quel che sua sorella Maria stava facendo, quando lei
si lamentava con nostro Signore, così le persone del nostro tempo sanno
anch’esse ben poco o niente di quel che si propongono i giovani discepoli di Dio
quando lascian da parte gli affari di questo mondo e si sforzano di diventare
servi speciali di Dio in spirito di santità e giustizia. Che se invece lo sapessero,
son proprio sicuro che non parlerebbero e non agirebbero a quel modo. Perciò
penso che dobbiamo ritenerli scusati in qualsiasi caso: non conoscono alcun
genere di vita migliore di quel che essi stessi vivono.
Inoltre, quando penso alle innumerevoli colpe che io ho commesso in passato,
sia in parole che in opere, a causa della mia ignoranza, allora mi viene in mente
che se voglio essere scusato da Dio per questi miei peccati d’ignoranza, anch’io
devo aver pietà e misericordia per gli altri, scusando sempre quelle parole e
azioni che derivano dalla loro ignoranza. Altrimenti, non farei certo agli altri
quel che vorrei che essi facessero a me.
CAPITOLO 20
La bontà di Dio onnipotente che risponde per conto di tutti quelli che, piuttosto
che difendersi dalle accuse, non smettono di amarlo
Penso, dunque, che quanti intendono diventare contemplativi non solo
dovrebbero scusare gli altri per le loro parole di rimprovero, ma dovrebbero
altresì essere così occupati spiritualmente da prestare poca o addirittura
nessuna attenzione a ciò che si va dicendo o facendo nei loro confronti. È quel
che fece Maria, nostro esempio in tutto questo, quando sua sorella Marta si
lamentò di lei con nostro Signore. E se noi faremo altrettanto, nostro Signore
non mancherà di fare per noi oggi quel che fece allora per Maria.
Ecco quanto fece, nella sua bontà, nostro Signore Gesù Cristo, a cui non può
sfuggire nessun segreto. Quando Marta gli chiese di far da giudice e di dire a
Maria di alzarsi per aiutarla a servire, siccome vedeva che Maria era tutta
spiritualmente intenta ad amare la sua divinità, con grande cortesia e
correttezza rispose lui al suo posto. Ella, infatti, non se la sentiva di lasciar da
parte il suo amore per lui, per poter così discolparsi. E come rispose nostro
Signore? Certo non come, giudice, secondo quanto aveva invocato Marta; ma