Page 21 - La nube della non conoscenza
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di  questo  mondo,  dopo  aver  fatto  debita  ammenda  dei  propri  peccati  e  aver
                  sentito dentro di sé la vocazione alla vita contemplativa, con pieno consenso del
                  suo direttore spirituale e della propria coscienza, osa offrire a Dio il suo umile
                  slancio d’amore e premere in segreto quella nube della non-conoscenza che sta
                  tra lui e il suo Dio.
                  Quando nostro Signore disse a Maria, tipica rappresentante di tutti i peccatori
                  chiamati  alla  vita  contemplativa:  «Ti  sono  rimessi  i  tuoi  peccati»,  ella  non  fu
                  perdonata né per il semplice ricordo dei suoi peccati, né per il grande dolore
                  che ne aveva, e neppure per L’umiltà che aveva acquistato nel considerare la
                  propria miseria. Perché allora? Fu senz’altro perché amava tanto.
                  Ecco! Qui si può vedere quel che riesce a ottenere da nostro Signore una segreta
                  pressione  d’amore;  ed  è  ben  al  di  là  di  ogni  altra  cosa  che  possiamo  fare  o
                  immaginare. Tuttavia devo riconoscere che grande era il suo dolore e versava
                  lacrime amare per i suoi peccati ed era veramente ricolma d’umiltà al pensiero
                  della sua miseria. Allo stesso modo anche noi, che siamo dei  miserabili e dei
                  peccatori  incalliti  per  tutto  il  tempo  della  nostra  vita,  dovremmo  provare  un
                  immenso  dolore  per  i  nostri  peccati  e  diventare  veramente  umili  al  pensiero
                  della nostra miseria.
                  Ma  come?  Certamente  come  ha  fatto  Maria.  Ella  non  poteva  non  sentire  un
                  sincero e profondo dolore per i suoi peccati, poiché in tutta la sua vita li portava
                  con sé dovunque andasse, legati assieme come in un fardello riposto nell’intimo
                  del  suo  cuore,  così  da  non  scordarli  mai.  Ciò  nonostante,  secondo  quanto
                  afferma  la  bibbia,  Maria  aveva  un  dolore  ancora  più  vivo,  una  brama  più
                  penosa, un sospiro più profondo, e ancor più si struggeva quasi a morte, perché
                  voleva amare Dio in misura maggiore: era questo ad angosciarla più che non il
                  ricordo dei suoi peccati. E tutto ciò, quando già grande era il suo amore per Dio.
                  Non devi però meravigliarti, poiché a chi ama sui serio capita veramente così:
                  più ama e più vorrebbe amare.
                  Tuttavia,  ella  era  pienamente  cosciente  di  essere  la  più  infame  tra  tutti  i
                  peccatori e  sentiva dentro di sé  con rigorosa verità  l’abisso che i suoi peccati
                  avevano  creato  tra  lei  e  quel  Dio  che  tanto  amava.  Ed  erano  proprio  i  suoi
                  peccati la causa principale per cui era debole e non riusciva ad amare Dio come
                  avrebbe voluto.
                  E allora? Forse che discese dall’alto del suo desiderio nell’abisso della sua vita
                  peccaminosa, per frugare nel letamaio e nelle acque luride e stagnanti dei suoi
                  peccati?  E  si  mise  forse  a  tirarli  fuori  accuratamente  uno  alla  volta,  così  da
                  rimuginare,  dolersi  e  piangere  sopra  ciascuno  di  essi?  No  di  certo!  Perché?
                  Perché  Dio,  per  sua  grazia,  le  aveva  dato  di  comprendere  nell’intimo  del
                  proprio cuore che non ne sarebbe mai venuta a capo in questo modo. Se avesse
                  agito  così,  avrebbe  ripreso  con  ogni  probabilità  a  peccare  prima  ancora  di
                  ottenere  con  ciò  il  perdono  di  tutti  i  suoi  peccati.  Ecco  perché  appese  il  suo
                  amore e il suo ardente desiderio a questa nube della non-conoscenza e imparò
                  ad amare quel che non sarebbe mai riuscita a vedere chiaramente in questa vita
                  alla luce della ragione, né a gustare pienamente nell’intimo con la dolcezza del
                  suo affetto.
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