Page 9 - La Felicità
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di tutti: “Ha Dio chi non ha l’animo immondo (cf. Mt 5, 8)”. Mia madre approvò tutte le
opinioni, ma soprattutto quest’ultima. Navigio se ne era rimasto in silenzio. Gli chiesi
come la pensasse. Mi rispose che gli piaceva l’ultima. Mi parve opportuno non trascurare
Rustico nel chiedergli la propria opinione su un argomento di tanta importanza poiché mi
sembrava che taceva più per vergogna che per volontà. Aderì a Trigezio.
Moderazione nella ricerca.
2. 13. Allora ripresi: “Prendo atto dei singoli pareri su un argomento importante che
implica pertanto ogni ulteriore problema e ogni ulteriore scoperta purché noi ora, come
abbiamo cominciato, lo sottoponiamo all’indagine senza preconcetti e con molta serietà.
Per oggi tuttavia non si deve prolungare la trattazione poiché anche lo spirito ha nei suoi
conviti una certa intemperanza se si getta sulle vivande senza moderazione e con avidità e
rischia, per così dire, l’indigestione. E poiché da essa si deve temere per la sanità mentale
come dalla stessa fame, è meglio che domani, se preferite, col ritorno dell’appetito
riprendiamo la trattazione. Voglio tuttavia che subito assaporiate ciò che io adesso, come
vostro anfitrione, devo apporvi offrendolo direttamente alla vostra mente. Ed è, salvo
errore, l’ultima rituale vivanda ammannita e condita dal miele della lezione”. Alle mie
parole tutti si tesero come verso una vivanda non a portata di mano e insistettero perché
mi accingessi a dire di che si trattava. “Non vi pare, dissi, che è conchiusa la discussione
iniziata qualche giorno addietro contro gli accademici?”. Udito tale nome, i tre, cui era
noto il fatto, si alzarono in piedi con vivacità e, quasi con le mani distese, come
comunemente avviene, aiutarono con le parole che poterono il servitore che apponeva.
Facevano capire che non avrebbero udito nulla di più gradevole.
La tesi di Agostino che gli accademici non conseguono felicità...
2. 14. Proposi l’argomento in questi termini: È manifesto che non è felice chi non ha
l’oggetto del desiderio, come dianzi è stato logicamente dimostrato. Ma nessuno cerca ciò
che non vuol conseguire. Ora essi ricercano sempre la verità, dunque desiderano
conseguirla; desiderano, cioè, avere il conseguimento della verità. Ma non la
conseguono. Ne deriva che essi non hanno ciò che desiderano e ne deriva quindi che non
sono felici. Ma non si è saggi se non si è felici; dunque il filosofo accademico non è un
saggio. A questo punto essi, soddisfatti di essersi assicurati l’intera porzione,
approvarono gridando. Ma Licenzio, riflettendo più attentamente e diligentemente, esitò
a prestar l’assenso e disse: “Mi sono assicurato assieme a voi la porzione poiché ho
approvato convinto della conclusione. Ma per il momento non trangugerò nulla e
riserverò la mia porzione per Alipio. O la gusterà assieme a me o mi avvertirà sui motivi
per non ingerirla”. “Ma Navigio piuttosto, dissi, non avendo il fegato sano, dovrebbe
temere i dolci”. Ed egli sorridendo rispose: “Al contrario, essi mi faranno bene. Non so
come, ma la tua confezione contorta e pungente a causa del miele d’Imetto, come dice
quel tale, è dolce-asprigna e non costipa l’intestino. Quindi la ingerisco tutta, sia pure con
qualche puntura al palato, ma con piena soddisfazione. Non vedo infatti come possa esser
contestata la tua conclusione”. “È certamente impossibile, intervenne Trigezio. E per
questo son contento d’essermi già schierato contro di loro. Infatti non so per quale
impulso naturale, o per dire con maggior verità, divino, ho sempre avuto una viva
antipatia per loro sebbene non sapessi come confutarli”.
... è ribattuta da Licenzio...
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