Page 83 - Frasi agostiniane
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scelta; non le sarà tolta ma accresciuta. In questa vita infatti le sarà
aumentata, le sarà resa perfetta nell'altra vita, ma non le sarà tolta giammai.
(Serm. 103, 4, 5)
846. Chiunque chiede al Signore e cerca di ottenere l'unica cosa, senza la
quale non giova nulla, la chiede con certezza e sicurezza. Questa cosa infatti è
l'unica vera vita e la sola beata: contemplare le delizie di Dio nell'immortalità
dell'anima e nell'incorruttibilità del corpo. Chi l'otterrà, possiede tutto ciò che
vuole né potrà chiedere cosa che non sarà conveniente. In essa è la sorgente
della vita, di cui ora dobbiamo aver sete nella preghiera, finché viviamo nella
speranza, sotto la protezione di Colui al cui cospetto è tutto intero il nostro
desiderio di saziarci al fiume delle sue delizie. In Lui il nostro desiderio sarà
saziato e non vi sarà più da chiedere con gemiti, ma solo da possedere con
gaudio. (Ep. 130, 14, 27)
847. Pertanto una carità incipiente è una giustizia incipiente, una carità
progredita è una giustizia progredita, una carità grande è una giustizia
grande, una carità perfetta è una giustizia perfetta. Perfetta però è la carità
che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera.
La carità è somma in questa vita, quando per lei si disprezza la stessa vita.
(De nat. et gr. 70, 84)
848. Nella casa del Signore eterna è la festa. Non vi si celebra una festa che
passa. Il festoso coro degli angeli è eterno; il volto di Dio presente dona una
letizia che mai viene meno. Questo giorno di festa non ha né inizio né fine.
Da quella eterna e perpetua festa risuona un non so che di canoro e di dolce
alle orecchie del cuore; purché non sia disturbata dai rumori del mondo. Il
suono di quella festa accarezza le orecchie di chi cammina nella tenda e
osserva i miracoli di Dio nella redenzione dei fedeli, e rapisce il cervo alle
fonti delle acque. (Ep. 41, 9)
849. Ricado sotto i pesi tormentosi della terra. Le solite occupazioni mi
riassorbono, mi trattengono, e molto piango, ma molto mi trattengono, tanto
è considerevole il fardello dell'abitudine. Ove valgo, non voglio stare; ove
voglio, non valgo, e qui e là sto infelice. (Confess. 10, 40, 65)
850. Conversavamo soli con grande dolcezza. Dimentichi delle cose passate
e protesi verso quelle che stanno innanzi, cercavamo fra noi alla presenza
della verità, che sei tu, quale sarebbe stata la vita eterna dei santi, che occhio
non vide, orecchio non udì, né sorse in cuore d'uomo. Aprivamo avidamente
la bocca del cuore al getto superno della tua fonte, la fonte della vita, che è
presso di te, per esserne irrorati secondo il nostro potere e quindi concepire
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