Page 86 - Frasi agostiniane
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862.      Egli sarà il porto dove termineranno le nostre fatiche: vedremo Dio e
                    loderemo Dio ... Non ci saranno le opere di misericordia poiché non ci sarà
                    alcuna miseria ... là tutti vivono nella loro patria ... là tutti sono eternamente
                    sani ... là tutti sono rivestiti di eterna luce ... là tutti vivranno senza fine.
                    Eppure non starai senza far niente. Vedrai infatti colui che per lungo tempo
                    hai desiderato e lo loderai senza interruzione. (Serm. 37, 30)

                863.      Non vuoi lasciare il mondo, ma il mondo lascia te, anche se vuoi
                    seguirlo ... La fatica passa, viene il riposo. Passano le false letizie, viene il
                    bene che l'anima fedele ha desiderato, il bene verso il quale sospira con
                    ardore ogni pellegrino in questo mondo. Viene la patria beata, la patria
                    celeste, la patria popolata dagli angeli, la patria dove nessun cittadino muore,
                    dove non può entrare alcun nemico, la patria dove per l'eternità Dio ti sarà
                    amico e dove non temerai alcun avversario. (Serm. 38,11)

                864.      Dimora beata! O patria sicura! Lì non c'è nemico, lì non c'è sofferenza,
                    lì vivremo sicuri ... lì l'acqua non gocciola, ma vi precipita la sorgente
                    inesausta della verità. Quella però è acqua che dà letizia ... perché è la
                    sorgente stessa della vita. (Serm. 217, 5)

                865.      In quella città vi sarà una volontà libera unica in tutti i suoi membri,
                    inseparabile da ciascuno, libera da ogni male, ricca di ogni bene. Essa godrà
                    ininterrottamente della soavità delle gioie eterne, dimentica delle colpe,
                    dimentica delle pene, e tuttavia non dimentica della sua liberazione sì da
                    essere ingrata verso il suo Liberatore ... Quello sarà il sabato supremo, il
                    sabato che non avrà sera ... Là, nel riposo, vedremo che Lui è Dio, quello cioè

                    che noi avremmo voluto essere quando siamo caduti lontani da Lui per aver
                    dato ascolto al seduttore ... Infatti senza di Lui che cosa abbiamo fatto, se non
                    andare in rovina sotto la sua ira? Invece, da Lui rifatti e resi perfetti da una
                    grazia più grande, riposeremo per sempre, vedendo che egli è Dio, del quale
                    saremo pieni quando Egli sarà tutto in tutti. (De civ. Dei 22, 30. 4)

                866.      La settima età sarà il nostro sabato, il cui termine non sarà la sera, ma il
                    giorno del Signore, come un ottavo giorno eterno, che fu consacrato dalla
                    resurrezione di Cristo, prefigurando il riposo eterno non solo dello spirito,
                    ma anche del corpo. Là riposeremo e contempleremo, contempleremo ed
                    ameremo, ameremo e loderemo. (De civ. Dei 22, 30. 5)

                867.      Ci sarà infatti lassù un'assoluta stabilità e il nostro corpo stesso,
                    conseguita l'immortalità, si librerà in alto contemplando Dio. Che se anche
                    adesso la parola che vi sto dispensando ha la forza di mantenere in piedi per
                    tanto tempo chi è appesantito da un fragile corpo, cosa non avrà a produrre
                    in noi quella beatitudine? Come non ci trasformerà? Saremo infatti simili a


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