Page 89 - Frasi agostiniane
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credono a quello che da lui possono ricevere. (In Io. ev. tr. 3, 21)

                878.      Mi chiuderò nella mia stanza segreta, ove cantarti canzoni d'amore fra
                    gemiti, gli inenarrabili gemiti che durante il mio pellegrinaggio suscita il
                    ricordo di Gerusalemme nel cuore proteso in alto verso di lei, Gerusalemme
                    la mia patria, Gerusalemme la mia madre, e verso di te, il suo sovrano, il suo
                    illuminatore, il suo padre e tutore e sposo, le sue caste e intense delizie, la sua
                    solida gioia e tutti i suoi beni ineffabili, e tutti simultanei perché Tu sei unico,
                    sommo, vero Bene. Non me ne distoglierò, fino a che nella pace di quella
                    madre carissima, dove stanno le primizie del mio spirito, donde traggo
                    queste certezze, tu non abbia adunato tutto ciò che sono da questa deforme
                    dispersione, per uniformarlo definitivamente in eterno, o Dio mio,
                    misericordia mia. (Confess. 12, 16, 23)

                879.      Il salmista, pur ammirando le parti del tabernacolo, si sentiva attirato
                    da una misteriosa soavità interiore e segreta; e mentre camminava nel
                    tabernacolo, rapito da questa musica interiore, imponeva silenzio in lui a
                    tutto il chiasso della carne e del sangue, e arrivava sino alla casa di Dio ...
                    Nella casa del Signore eterna è la festa. Il volto di Dio presente dona una
                    letizia che mai viene meno. Il suono di quella festa accarezza le orecchie di
                    chi cammina nella tenda e osserva i miracoli di Dio nella redenzione dei
                    fedeli, e rapisce il cervo alle fonti delle acque. (En. in ps. 41, 9)

                880.      Il tuo dono ci accende e ci porta verso l'alto. Noi ardiamo e ci
                    muoviamo. Saliamo la salita del cuore cantando il cantico dei gradini. Del tuo
                    fuoco, del tuo buon fuoco ardiamo e ci muoviamo, salendo verso la pace di

                    Gerusalemme. Quale gioia per me udire queste parole: Andremo alla casa del
                    Signore! Là collocati dalla buona volontà, nulla desidereremo, se non di
                    rimanervi in eterno. (Confess. 13, 9, 10)

                881.      Quale intimo segreto è mai questo dal quale mai si è allontanati?
                    Mirabile intimità e dolce solitudine! O segreto senza tedio, non amareggiato
                    da pensieri inopportuni, non turbato da tentazioni e da dolori! Non è forse
                    quell'intimo segreto dove entrerà colui al quale il Signore dirà, come a servo
                    benemerito: Entra nel gaudio del tuo Signore? (In Io. ev. tr. 25,14)

                882.      Quando arriveremo alla tua presenza, cesseranno queste molte parole
                    che diciamo senza giungere a Te; Tu resterai, solo, tutto in tutti, e senza fine
                    diremo una sola parola, lodandoti in un solo slancio e divenuti anche noi una
                    sola cosa in Te. (De Trin. 15, 28, 15)

                883.      Ormai però il salmo è finito; e poi sento un certo qual odore che mi fa
                    pensare d'aver tenuto un lungo discorso. Ma non si riuscirebbe mai a


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