Page 15 - Forme dell'Intelligenza Spirituale
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Il cielo indica gli apostoli, o i santi, poiché il Signore dimora in loro. I cieli
narrano la gloria di Dio (Sal 18, 2). Nella Sacra Scrittura, talvolta i cieli
designano le sostanze superiori del mondo, separate da noi, che
ignoriamo i loro limiti; di esse è difficile parlare, ma non impossibile a
coloro che comprendono Dio, come fece l’Apostolo, rapito fino al terzo cielo
(2Cor 12, 2); da ciò bisogna escludere i cieli materiali. Si dicono cieli del
santo apostolo i predicatori della parola di verità – noi siamo come
innaffiati dalla pioggia di questi cieli, affinché germogli in tutto il mondo
la messe della Chiesa. I cieli sono inoltre le anime sante e giuste, dove Dio
dimora come nel tempio della fede e della carità. In altro senso, il cielo è
la Santa Scrittura, che riluce a noi col sole della sapienza, la luna della
scienza, e le stelle degli esempi e delle virtù degli antichi padri: perché Il
cielo si stende come una tenda (Sal 103,2), e discutono gli eruditi e quanti
scrivono con un linguaggio non spirituale se esso si formi davanti alla
nostra vista. Le nubi sono i profeti o i santi, che fanno piovere il verbo di
Dio. In Isaia: Comanderò alle nubi di non lasciar più cadere pioggia su di essa
(Is 5, 6). I tuoni sono i detti del Vangelo, che risuonano come tuono
celeste, uscendo dalle parole di Dio. Nel salmo: La voce del tuo tuono nel
turbine (Sal 76, 19), cioè nel tutto. I lampi sono gli splendori del Vangelo.
Nel salmo: Rischiarano le lue folgori il mondo (ibid.). Le folgori sono le
potenze o le parole di Gesù Cristo. Nel salmo: E moltiplicò le folgori, e
scompigliò loro, cioè i nemici, o i Giudei.
Col nome degli angeli si allude nelle Sante Scritture al Signore, come
attesta Isaia: E il suo nome sarà Angelo dell’eccelso consiglio. Talvolta ciò vale
per lo stesso coro angelico, come dice Cristo a Pietro: Credi forse che io non
possa pregare il Padre mio, e che non mi darebbe subito più di dodici legioni di
angeli? (Mt 26, 53). Altre volte ancora si allude ai cittadini della
Gerusalemme celeste, presi tra gli uomini, come dice il Signore nel
Vangelo: Nella resurrezione, infatti, non si sposa né si è sposati, ma si è come
angeli di Dio nel cielo (Mt 22, 30). Talora si vuol significare il popolo dei
fedeli: Ha stabilito i confini dei popoli, secondo i numeri dei figli d’Israele (Dt
32, 8), cioè degli angeli di Dio. Con questo nome [di angelo] si designa
anche un qualsiasi giusto, come fa il Signore a proposito di Giovanni
Battista: Ecco, o mondo, davanti a te il mio angelo (Mt 11, 10). Talvolta si
intendono anche i predicatori o sacerdoti, com’è scritto: Poiché le labbra del
sacerdote devono custodire la scienza [divina] e si cerca dalla sua bocca la legge
[di Dio], perché egli è l’angelo del Signore degli eserciti (MI 2, 7). E l’Apostolo:
La donna deve portare velato il suo capo in chiesa, per riguardo agli angeli (1
Cor 11, 10), cioè ai vescovi; e a qualsiasi fedele che predichi e viva il bene,
si attribuisce il nome di angelo. Infine, il diavolo e i suoi rinnegati sono
detti angeli del male perché, pur perdendo la dignità di angeli, non