Page 13 - Forme dell'Intelligenza Spirituale
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secondo  l’umanità,  in  quanto  ha  offerto  a  Dio  Padre  per  noi  un  degno
                  sacrificio  con  la  sua  passione  e  morte:  essendo  questo  un  sacrificio,  egli  è
                  sacerdote.
                  Si parla del dimenticare di Dio, quando egli non usa compassione verso
                  certi  empi  e  peccatori,  e  questo  non  certo  per  crudeltà  (che  in  Dio  non
                  esiste), ma per un suo giudizio segreto e giusto.
                  Si dice che Dio indurisce il cuore di certi malvagi – com’è scritto di Faraone,
                  re d’Egitto (Es 7, 3) – non perché Dio onnipotente compia ciò con la propria
                  forza  (sarebbe  empio  il  crederlo),  ma,  semplicemente,  quanti  stanno
                  perpetrando  questi  mali  non  sono  perseguitati  dalle  loro  colpe  e,  per
                  durezza di cuore, non decidono di cambiare: è come se egli, col suo giusto
                  giudizio, permettesse loro di indurirsi.
                  Il dormire di Dio significa il Figlio del Padre che s’è degnato di morire per
                  noi dopo essersi incarnato: e si predisse che la sua morte sarebbe stata un
                  dolce sonno, come egli stesso aveva detto tramite il profeta Geremia: Perciò
                  mi destai e vidi, e dolce mi fu quel sonno (Ger 31, 26). In altro modo, il dormire
                  di  Dio  intende  la  sua  fede  che,  [come  sospesa]  tra  le  fortune  di  questo
                  mondo e i cuori dei fedeli, non rimane desta ma dorme [è cioè allo stato
                  potenziale]. Lo stesso Gesù alluse a questo sonno, quando donni in mare
                  aperto tra i flutti (Mr 4, 38). Oppure, il dormire di Dio è soccorrere più
                  tardi gli inquieti, come nel salmo: Destati, perché dormi, o Signore? (Sal 43,
                  23), ecc.
                  Il vegliare di Dio è palesarsi chiaramente a difesa dei suoi eletti.

                  II. Quelle che son dette le membra di Dio, e ciò che significano

                  Gli  occhi  del  Signore  intendono  l’esame  divino.  Nel  salmo:  Gli  occhi  del
                  Signore sono sopra i giusti (Sal 33, 16). Le palpebre di Dio sono i suoi giudizi
                  che  scrutano  i  figli  degli  uomini:  questi  giudizi  sono  ininterrotti  e  mai
                  intralciati  dall’oscurità  delle  cose;  sono  confermati  dalla  conoscenza,
                  anche se non [ancora] emessi. Le orecchie del Signore indicano quando si
                  degna di esaudire; nel salmo: E porge l’orecchio alle loro suppliche (ibid.). La
                  bocca del Signore è la sua Parola verso gli uomini. Nel profeta: La bocca del
                  Signore  ha  detto  (Is  1,  20).  La  parola  del  Signore  è  il  Figlio.  Nel  salmo:
                  Effonde il mio cuore una fausta parola (Sal 44, 2).
                  Il braccio o la mano del Signore sono il Figlio, attraverso il quale tutto fu
                  fatto. Nel profeta: E il braccio del Signore a chi sarà rivelalo? (Is 53, 1). La
                  destra del Signore è la stessa cosa, come nel salmo: La destra del Signore

                  fece prodezze (Sal 117, 16). Il dito di Dio significa lo Spirito Santo, in quanto
                  separa  i  buoni  [dai  malvagi]  e  dà  ad  ognuno  il  suo,  sia  esso  uomo  o
                  angelo.  Infatti,  in  nessun  altro  nostro  membro  oltre  alle  dita  appare  la
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