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Il passo è l’avvento del Figlio di Dio nel mondo, e il suo ritorno al Padre. Di
                  ciò dice il salmo: Ecco, appare o Dio il tuo passo, il passo del mio Dio, il mio Re
                  che è nel santuario (Sal 67, 25). Dal cielo scende nel grembo della Vergine, poi
                  nasce ed è posto nella mangiatoia (Lc 2, 7). Quando ebbe compiuto tutto ciò
                  per  cui  era  stato  mandato  dal  Padre,  fu  crocifisso;  deposto  che  fu  dalla
                  croce (At 13, 29), fu sepolto secondo il corpo, ma l’anima scese all’inferno;
                  infine, il terzo giorno resuscitò dal sepolcro con la forza della sua divinità, e
                  quaranta giorni dopo la resurrezione, sotto lo sguardo degli apostoli ascese
                  al cielo, dove siede alla destra del Padre (At 1,9; Mc 16, 19), cioè nella sua
                  gloria; questi sono infatti i passi del Figlio di Dio, la sua discesa e ascesa, di
                  cui leggiamo nelle Sacre Scritture.
                  Dio è detto ascendere quando il Figlio, rapita da noi la carne, l’ha condotta
                  nel cielo come una preda  (Sal 67,  19),  perché, prendendola  con  sé  in  cielo,
                  dove  giammai  prima  era  stata,  ha  trascinato  quasi  come  prigioniera  la
                  natura umana, che prima invece era trattenuta dal diavolo nella prigione
                  del mondo.
                  Si  legge  che  Dio  nasconde  il  volto  (Dt  32,  20)  quando  nega  la  sua
                  conoscenza  ad  alcune  genti  per  le  loro  colpe,  come  è  avvenuto  ora  al
                  popolo  giudeo,  perché,  avendo  ricusato  il  Figlio  di  Dio,  ha  perso  la
                  cognizione  del  vero  Dio,  e  così  fu  per  tutte  le  genti  che  non  hanno
                  conosciuto il Signore.
                  Si  dice  che  il  Signore  mostra  il  volto  (Sal  79,4)  quando,  con  la
                  considerazione della propria grazia e segreta ispirazione, penetra nei cuori
                  di chi lo vuole (certo in quello dei suoi eletti) e infonde la forza per amarlo.
                  Si dice che Dio siede, non certo in modo corporale come gli uomini, ma in
                  potenza  per  governare  con  ragionevolezza  le  creature,  come  è  nel  salmo:
                  Regna Iddio sulle genti e si asside sul santo suo trono (Sal 46, 9). Si dice anche che
                  Dio  siede  sopra  i  Cherubini  (Sal  98,  1),  che  significano  la  moltitudine  e
                  pienezza della sapienza – con ciò si intendono i santi angeli o le menti degli
                  uomini spirituali, dove Dio presiede e regna invisibile. Infatti egli siede in
                  coloro  che  sono  pieni  della  sua  sapienza  e  del  suo  amore.  Nei  Proverbi  di
                  Salomone sta scritto: La sua anima è la sede della sapienza [passim in Pro]; ma
                  Cristo è la sapienza di Dio Padre (1Cor 1, 24), che si dice sieda nelle anime dei
                  santi.
                  Si dice che Dio discende nel mondo, quando nella creatura  umana  opera
                  qualcosa di nuovo che prima non c’era; così si dice che il Figlio di Dio è
                  disceso, quando attraverso la Vergine Maria fece sua la carne per la nostra
                  redenzione, e si degnò di divenire vero uomo, senza abbandonare ciò che

                  era, ma acquisendo quanto non era. Di questa discesa, che è l’incarnazione,
                  sta scritto nel salmo: E incurvò i cieli e discese, e gran buio era sotto i piedi suoi
                  (Sal 17, 10). Ha incurvato i cieli, poiché, prima del suo avvento, mandò
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