Page 76 - Confessioni
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propria servitù; il ricordo di tale condizione rendeva dunque inopportuna ogni alterigia nei confronti di chi
era un padrone. Le amiche, non ignare di quanto fosse furioso il marito che sopportava, stupivano del
fatto che mai si fosse udito o rilevato alcun indizio di percosse inflitte da Patrizio alla moglie, né di liti,
che in casa li avessero divisi anche per un giorno solo. Richiesta da loro in confidenza di una spiegazione,
illustrava il suo metodo, che ho riferito sopra; e chi l’applicava, dopo l’esperienza gliene era grata; chi
non l’applicava, sotto il giogo era tormentata.
Rapporti cordiali fra Monica e la suocera
9. 20. La suocera sulle prime l’avversava per le insinuazioni di ancelle maligne. Ma conquistò anch’essa
col rispetto e la perseveranza nella pazienza e nella dolcezza, cosicché la suocera stessa denunziò al figlio
le lingue delle fantesche, che mettevano male fra lei e la nuora turbando la pace domestica, e ne chiese il
castigo. Il figlio, sia per ubbidienza alla madre, sia per la tutela dell’ordine domestico, sia per la difesa
della concordia fra parenti punì con le verghe le colpevoli denunziate quanto piacque alla denunziante;
quest’ultima promise uguale ricompensa a qualunque altra le avesse parlato male della nuora per
accaparrarsi il suo favore. Nessuna osò più farlo e le due donne vissero in una dolce amorevolezza degna
di essere menzionata.
Sollecitudine di Monica per estinguere le inimicizie
9. 21. A così devota tua serva, nel cui seno mi creasti, Dio mio, misericordia mia, avevi fatto un altro
grande dono. Tra due anime di ogni condizione, che fossero in urto e discordia, ella, se appena poteva,
cercava di mettere pace. Delle molte invettive che udiva dall’una contro l’altra, quali di solito vomita
l’inimicizia turgida e indigesta, allorché l’odio mal digerito si effonde negli acidi colloqui con un’amica
presente sul conto di un’amica assente, non riferiva all’interessata se non quanto poteva servire a
riconciliarle. Giudicherei questa una bontà da poco, se una triste esperienza non mi avesse mostrato turbe
innumerevoli di persone, che per l’inesplicabile, orrendo contagio di un peccato molto diffuso riferiscono
ai nemici adirati le parole dei nemici adirati, non solo, ma aggiungono anche parole che non furono
pronunciate. Invece per un uomo davvero umano dovrebbe essere poca cosa, se si astiene dal suscitare e
rinfocolare con discorsi maliziosi le inimicizie fra gli altri uomini, senza studiarsi, anche, di estinguerle
con discorsi buoni. Mia madre faceva proprio questo, istruita da te, il maestro interiore, nella scuola del
cuore.
Monica serva di tutti
9. 22. Finalmente ti guadagnò anche il marito, negli ultimi giorni ormai della sua vita temporale, e dopo la
conversione non ebbe a lamentare da parte sua gli oltraggi, che prima della conversione ebbe a tollerare.
Era, poi, la serva dei tuoi servi. Chiunque di loro la conosceva, trovava in lei motivo per lodarti, onorarti e
amarti grandemente, avvertendo la tua presenza nel suo cuore dalla testimonianza dei frutti di una
condotta santa. Era stata sposa di un solo uomo, aveva ripagato il suo debito ai genitori, aveva governato
santamente la sua casa, aveva la testimonianza delle buone opere, aveva allevato i suoi figli partorendoli
tante volte, quante li vedeva allontanarsi da te. Infine, di tutti noi, Signore, poiché la tua munificenza
permette di parlare ai tuoi servi; che, ricevuta la grazia del tuo battesimo, vivevamo già uniti in te prima
del suo sonno, ebbe cura come se di tutti fosse stata la madre e ci servì come se di tutti fosse stata la figlia.
La contemplazione di Ostia
10. 23. All’avvicinarsi del giorno in cui doveva uscire di questa vita, giorno a te noto, ignoto a noi,
accadde, per opera tua, io credo, secondo i tuoi misteriosi ordinamenti, che ci trovassimo lei ed io soli,
appoggiati a una finestra prospiciente il giardino della casa che ci ospitava, là, presso Ostia Tiberina,
lontani dai rumori della folla, intenti a ristorarci dalla fatica di un lungo viaggio in vista della traversata
del mare. Conversavamo, dunque, soli con grande dolcezza. Dimentichi delle cose passate e protesi verso
quelle che stanno innanzi, cercavamo fra noi alla presenza della verità, che sei tu, quale sarebbe stata la
vita eterna dei santi, che occhio non vide, orecchio non udì, né sorse in cuore d’uomo. Aprivamo
avidamente la bocca del cuore al getto superno della tua fonte, la fonte della vita, che è presso di te, per
esserne irrorati secondo il nostro potere e quindi concepire in qualche modo una realtà così alta.
Agostino – Confessioni pag. 74 di 134