Page 6 - Massime di Perfezione Cristiana
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1. L'uomo che ama Iddio, a tenore di ciò che prescrive il Vangelo, «con
tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente», non potendo dare a
Dio nessun bene, perché Dio li ha tutti, desidera almeno di usargli
giustizia, col riconoscere le infinite sue perfezioni, e prestargli in tutte le
sue operazioni una servitù, un ossequio, una sottomissione e adorazione
la più grande che sia possibile: il che è quanto dire, desidera unicamente e
infinitamente la gloria di Dio.
E perché nell'ossequio e gloria che si dà a Dio consiste la santità
dell'uomo, la perfezione del cristianesimo importa una tendenza a
conseguire la maggior santità possibile.
2. Ora il maggior ossequio che l'uomo può dare a Dio, consiste nel
sottomettere la propria volontà a quella di Lui, nel desiderare unicamente
la conformità maggiore che sia possibile del proprio volere col divino;
sicché qualunque cosa più piaccia a Dio, l'uomo sia immantinente
disposto a preferirla ad ogni altra, non amando egli altro che di essere a
Dio più caro che mai sia possibile, tenendo questo per unico suo bene e
questo sempre mai dimandando.
3. E poiché ciò che ci rende cari a Dio è la giustizia, perciò conviene che il
Cristiano addimandi incessantemente di diventare ognor più giusto,
ognor più buono. In questo gli bisogna di essere insaziabile e
incontentabile, dimandando sempre più e più, colla maggior fiducia di
essere tanto più caro a Dio, quando a Lui dimanderà questo;
confortandosi in quelle parole: «Beati quelli che hanno fame e sete della
giustizia, perciocché saranno satollati» (Mt 5,6).
Tutto si dee ridurre, in colui che professa la religione cristiana, a questo
punto unico, di desiderare d'esser via più giusto di quel che è; di
addimandare questa giustizia senza posa né misura, infinitamente: sicché
sia fatto una cosa con Gesù così congiuntamente, come Gesù è una cosa
col Padre.
Sia pure insaziabile, non tema giammai di chieder troppo: lasci che pensi
l'infinita bontà del divin Padre, co' suoi interminabili e più che
interminabili tesori, a soddisfarlo di spirituale ricchezza; Esso saprà il
modo di farlo, e tanto più, quanto più l'uomo insaziabilmente dimanderà
di essere via più giustificato, e immedesimato colla pura divinità. Glielo
garantisce Gesù: «Qualunque cosa dimanderete al Padre in mio nome,
egli ve la darà» (Gv 16,23).
Gesù lo impelle a ciò coll'esempio: quella giustizia, qualunque ella sia,
che egli intendesse dimandare al celeste Padre, dee sapere che Cristo
gliela dimandò già prima per lui, con una orazione che non poteva
andarsi inesaudita; e in questa giustizia, ottenuta per tale orazione, Cristo
ha fondata la Chiesa degli eletti, la quale non può perire.
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