Page 11 - Massime di Perfezione Cristiana
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lezione IV
                                       SULLA TERZA MASSIMA, CHE È:
                                 RIMANERSI IN PERFETTA TRANQUILLITÀ
                            CIRCA TUTTO CIÒ CHE AVVIENE PER LA DIVINA
                                                   DISPOSIZIONE
                              A RIGUARDO DELLA CHIESA DI GESÙ CRISTO
                                           OPERANDO A PRO DI ESSA
                                        DIETRO LA DIVINA CHIAMATA


                  1. Essendo Gesù Cristo quegli che ha la potesta su tutte le ose tanto in
                  cielo come in terra, e che si è meritato di diventar Signore assoluto di tutti
                  gli uomini, Egli solo è altresì quegli che regola, con sapienza, potenza, e
                  bontà  inenarrabile,  gli  avvenimenti   tutti  secondo  il  suo  divino
                  beneplacito,  a  maggior  bene  de'  suoi  eleti  che  formano  la  sua  diletta
                  sposa, la Chiesa.
                  2. Dee dunque il Cristiano godere una perfetta tranquillità, e conservare
                  un gaudio pieno, riposando interamente nel suo Signore, per quanto gli

                  avvenimenti  paressero  contrari  al  bene  della  Chiesa  stassa;  senza
                  rimanersi tuttavia dal genere e dal supplicare, che avvenga la sua volontà
                  così in cielo come in terra, cioè che gli uomini pratichino in sulla terra la
                  sua santa legge di carità siccome i Santi in cielo.
                  3. Il Cristiano adunque dee bandire dal suo cuore l'inquietudine, e ogni
                  specie di ansietà e di sollecitudine, ed anche quella che talora pare avere a
                  scopo il solo bene della Chiesa di Gesù Cristo; e moplto meno egli dee
                  lusingarsi temerariamente di poter mettere riparo a que' mali, prima che
                  veda di ciò menifesta la volontà del Signore.
                  Egli  dee  aver  presente,  che  Gesù  Cristo  solo  è  il  governatore  della  sua
                  Chiesa; e che non havvi cosa più a lui disdicevole, e più indegna del suo
                  discepolo, che la temerità di coloro, che dominati da cecità di mente e da
                  occulto orgoglio, senza esser da Lui a ciò chiamati e mossi, presumono di
                  fare  spontaneamente  alcun  bene,  per  minimo  ch'egli  sia,  nella  Chiesa:
                  quasiché  il  divin  Redentore  avesse  alcun  bisogno  della  miserabile  loro
                  cooperazione, o di quella di qualunque siasi uomo.
                  Nessuno  è  necessario  al  divin  Redentore  per  la  glorificazione  della  sua
                  Chiesa, la quale consiste nella redenzione dalla schiavitù del peccato, in
                  cui  sono  tutti  egualmente  gli  uomini;  e  solamente  per  la  sua  gratuita
                  misericordia, Egli assume quelli fra i redenti, che a Lui piace a tale onore
                  elevare,  giovandosi  di solito di ciò che  è  più infermo, e  più spregevole
                  agli occhi del mondo, per le opere più grandi.





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