Page 7 - La vera religione
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corre verso la speranza della vita eterna e verso i beni dello spirito e
dell’intelletto, forse direbbero (se fossero tali quali si tramanda che siano
stati): “ Queste sono le verità di cui non abbiamo osato persuadere i popoli;
abbiamo ceduto ai loro costumi di vita invece di condurli alle nostre
convinzioni e ai nostri propositi ”.
4. 7. Pertanto, se quei grandi uomini potessero di nuovo vivere con noi, di
certo si renderebbero conto qual è l’autorità che più facilmente provvede
all’umanità e, operato qualche cambiamento nel linguaggio e nel modo di
pensare, diventerebbero cristiani, come hanno fatto la maggior parte dei
Platonici dell’epoca più recente e della nostra. Se invece non lo
riconoscessero e non lo facessero, perseverando nella superbia e nell’invidia,
non vedo come, impigliati in queste meschinità, sarebbero capaci di
rivolgersi di nuovo verso quei beni che, anche a loro avviso, si devono amare
e desiderare. Non so poi se tali uomini si facciano ostacolare da un terzo
vizio, cioè dalla curiosità di consultare i demoni: è, questo, un vizio troppo
puerile; eppure è quello che allontana dalla salvezza cristiana in modo
particolare i pagani, con i quali abbiamo ora a che fare.
La Chiesa cattolica e le sue sètte.
5. 8. Ma, quale che sia la presunzione dei filosofi, per chiunque è facile capire
che la vera religione non va cercata tra coloro che condividevano con il
popolo gli stessi culti, mentre nelle loro scuole, pur in presenza della
medesima moltitudine, proclamavano dottrine diverse e persino opposte
sulla natura degli dèi e sul sommo bene. Perciò, anche se l’insegnamento
cristiano non avesse fatto altro che guarirci da questo unico grande vizio,
nessuno potrebbe dire che non sia da celebrare con ineffabile lode. Le
innumerevoli eresie, che si sono allontanate dalla disciplina cristiana,
attestano che sono esclusi dalla partecipazione ai sacramenti coloro che,
intorno a Dio Padre, alla sua Sapienza e al Dono divino, pensano in modo
diverso da come la verità richiede e cercano di convincerne gli altri. Così
appunto si crede e si insegna - e questo è il principio della salvezza umana -
che la filosofia, cioè l’amore della sapienza, e la religione sono la stessa cosa,
dal momento che non partecipano con noi ai sacramenti coloro di cui non
condividiamo la dottrina.
5. 9. Ciò desterà poca meraviglia in riferimento a coloro che vollero
differenziarsi anche nella liturgia sacramentale, come lo è dei cosidetti
Serpentini, dei Manichei e di alcuni altri. Ma questo fatto va tenuto in
maggiore considerazione e va fortemente sottolineato in rapporto a coloro
che, pur celebrando sacramenti identici ai nostri, tuttavia si differenziano da
noi nella dottrina, preferendo difendere i loro errori con zelo piuttosto che
correggerli con la dovuta prudenza. Pertanto, esclusi dalla comunione