Page 6 - La vera religione
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3. 5. Queste massime oggi vengono lette ai popoli in tutto il mondo e sono
ascoltate con la più schietta venerazione. Dopo tanto sangue, tanti roghi,
tante croci di martiri, le chiese infatti sono sorte con tanta maggiore fertilità
ed abbondanza fin tra le popolazioni barbare. Ormai più nessuno si
meraviglia delle migliaia di giovani e fanciulle che rinunciano al matrimonio
per vivere castamente; mentre Platone, che aveva fatto lo stesso, si dice che
fosse tanto condizionato dalle perverse idee del suo tempo da far sacrifici
alla natura, quasi per purificarsi da un atto peccaminoso. Queste cose invece
oggi sono così accettate che sarebbe una mostruosità metterle in discussione,
come una volta lo era il ritenerle possibili. A questa promessa e a questo
impegno, in ogni parte abitata della terra, sono affidati i misteri cristiani.
Ogni giorno queste massime sono lette e illustrate dai sacerdoti nelle chiese,
e coloro che si sforzano di attuarle si battono il petto; e sono così numerosi
coloro che si mettono per questa via che isole un tempo deserte e terre
desolate si riempiono di uomini di ogni genere, i quali, abbandonate le
ricchezze e gli onori di questo mondo, vogliono dedicare tutta la vita
all’unico e sommo Dio. Infine, nelle città, nei villaggi, nei luoghi fortificati,
nei borghi e anche nelle campagne e nelle private dimore questa scelta è così
condivisa e la fuga dai beni terreni per consacrarsi all’unico vero Dio così
cercata, al punto che ogni giorno per l’intero universo il genere umano quasi
ad una sola voce risponde di avere i cuori in alto, rivolti a Dio . Se è accaduto
tutto ciò, perché dunque sbadigliamo ancora per le gozzoviglie di ieri e
ricerchiamo i segni della volontà divina negli animali sacrificati? E perché,
quando si viene ad una discussione, preferiamo avere la bocca che risuona
del nome di Platone piuttosto che il cuore ripieno della verità?
Non meritano considerazione i filosofi che restano attaccati alle realtà sensibili.
4. 6. Chi, dunque, reputa cosa inutile o dannoso il disprezzo di questo
mondo sensibile e la purificazione dell’anima con la virtù, sottomettendola al
sommo Dio, deve essere confutato con altri argomenti, se mai vale la pena di
discutere con lui. Chi invece ammette che è cosa buona e desiderabile, cerchi
di conoscere Dio e si sottometta a Lui per mezzo del quale ormai tutti i
popoli si sono persuasi che queste verità vanno credute. Di certo, lo
farebbero anche i filosofi, se ne fossero capaci; oppure, se non lo facessero,
non potrebbero evitare l’accusa di essere invidiosi. Prendano atto della loro
inferiorità rispetto a chi è stato capace di farlo; la curiosità e la vana
presunzione non impediscano loro di riconoscere la differenza che c’è tra le
timide congetture di pochi e la manifesta salvezza e rigenerazione dei
popoli. Se infatti ritornassero in vita quegli illustri uomini dei cui nomi
costoro si gloriano e trovassero le chiese gremite e i templi deserti, e il genere
umano che, non più attratto dalla cupidigia dei beni temporali e caduchi,