Page 14 - L'unione con Dio
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Essi si fanno, per così dire, un’abitudine del bene supremo e finiscono col
                  divenirne inseparabili.
                  Essi  arrivano  al  possesso  imperituro  della  vera  vita  che  è  Dio  (34);  la
                  possiedono  in  un  modo  eterno,  senza  alcun  timore  delle  vicissitudini  e
                  dei  mutamenti  dei  tempi  e  riposano  nel  godimento  pacifico  di  questa
                  felicità interiore, nella segreta intimità con la Divinità.
                  E non usciranno più fuori di se stessi né fuori di Gesù che è per i suoi
                  discepoli la via, la verità, la vita (35).


                                                   CAPITOLO VIII
                            IN TUTTE LE COSE L’UOMO DEVE AFFIDARSI A DIO

                  Il distacco dalle cose terrene riconduce l’uomo alla vera perfezione
                  Da  tutto  ciò  che  si  è  detto,  si  può  concludere  che  quanto  più  saranno
                  completi  l’abbandono  delle  cose  terrestri  e  l’unione  con  Dio  per  mezzo
                  della  volontà  e  dell’intelligenza,  tanto  più  ci  si  avvicinerà  allo  stato
                  d’innocenza  e  di  perfezione.  Che  vi  è  di  migliore,  di  più  felice,  di  più
                  dolce?
                  E’  dunque  cosa  della  massima  importanza  tenere  l’anima  talmente
                  distaccata da tutte le cose, che né il mondo, né gli amici, né la prosperità,
                  né l’avversità, né  il  presente, né il passato, né l’avvenire,  e  neppure  gli
                  stessi  peccati,  almeno  fino  a  un  certo  grado,  siano  motivo  di  grave
                  turbamento.

                  Il paradiso in terra
                  Sforzatevi di vivere soltanto con Dio, fuori dal mondo, in una specie di
                  vita spiritualizzata, come se la vostra anima fosse già separata dal corpo e
                  nell’eternità.
                  Nel soggiorno dei Beati, la grande preoccupazione dell’anima non sarà il
                  secolo, né lo stato del mondo, né la pace, né la guerra, né il buono o il
                  cattivo  tempo,  né  altra  cosa  di  quaggiù,  ma  Dio  solo  sarà  l’oggetto  dei
                  suoi slanci, dei suoi desideri, dei suoi amori.
                  Sforzatevi perciò fin da ora di staccarvi dal vostro corpo e da ogni cosa
                  creata presente o futura.
                  Fissate, per quanto è possibile, immutabilmente, chiaramente, vivamente
                  l’occhio della vostra anima sulla luce increata.
                  Allora l’anima vostra purificata dalle cose terrestri, sarà come un angelo
                  unito a un corpo cui la carne non dà molestia e che non si occupa di cose
                  vane e futili.





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