Page 6 - Il Maestro
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cambio di una voce molto nota un'altra egualmente nota col medesimo
                  significato,  seppure  è  del  medesimo  significato.  Ma  per  il  momento
                  ammettiamolo pure. Certamente se il poeta non avesse detto ex tanta urbe,
                  ma de tanta, ti chiederei cosa significa de. Tu risponderesti ex poiché sono
                  due parole, ossia segni che, secondo te, significano una medesima cosa. Io
                  invece chiedo quel non saprei che di unico e medesimo concetto che viene
                  espresso  con  questi  due  segni.
Ad.  -  Significano,  secondo  me,  una
                  determinata separazione di un oggetto di cui si dice che proviene da un
                  altro  in  cui  era.  Può  quest'ultimo  non  più  sussistere,  come  nel  verso,
                  poiché,  non  sussistendo  più  la  città,  di  essa  potevano  rimanere  ancora
                  alcuni  troiani.  Può  al  contrario  ancora  rimanere,  come  diciamo  che  in
                  Africa vengono commercianti da Roma.
Ag. - Posso anche concederti che
                  le cose stanno così e non enumerare quanti casi si danno fuori di questa
                  tua regola. Ma ti dovrebbe esser facile capire che hai spiegato parole con
                  parole, ossia segni con segni, gli uni e gli altri assai noti. Io vorrei invece
                  che tu mi indicassi, se ti è possibile, gli oggetti stessi di cui son segni.


                  Segni e cose.



                  3.  5.  Ad.  -  Mi  meraviglio  che  non  sai  o  meglio  che  stai  ironizzando
                  sull'assoluta impossibilità che si ottenga da una mia risposta ciò che vuoi.
                  Stiamo  appunto  svolgendo  un  discorso,  durante  il  quale  si  può
                  rispondere  soltanto  a  parole.  Mi  stai  chiedendo  dei  concetti  che,  quali
                  siano,  parole  non  sono  certamente.  Eppure  anche  tu  me  li  chiedi  con
                  parole. Dunque tu per primo smettila di chiedere a parole e allora anche
                  io  alla  medesima  condizione  risponderò.
Ag.  -  Ti  difendi  a  norma  di
                  diritto, lo ammetto. Ma se io ti chiedessi cosa significano le tre sillabe con
                  cui si dice " parete ", me la potresti indicare col dito. Io vedrei l'oggetto
                  stesso, di cui la parola trisillaba è segno, dietro la tua indicazione senza
                  che tu pronunci  alcuna parola.
Ad.  - Concedo che  è possibile  per  i soli
                  nomi che significano corpi, e poi a condizione che siano presenti.
Ag. - E
                  il colore  lo consideriamo corpo o  piuttosto una determinata  qualità del
                  corpo?
Ad. - Una qualità.
Ag. - Perché dunque può essere mostrato con
                  un  dito?  Oppure  intendi  associare  ai  corpi  anche  le  qualità  sensibili  in
                  maniera che anche esse, quando son presenti, possono essere insegnate

                  senza  parole?
Ad.  -  Quando  dicevo  corpi,  intendevo  tutte  le  cose
                  sensibili,  cioè  tutte  le  qualità  che  si  percepiscono  nei  corpi.
Ag.  -
                  Considera  tuttavia  se  ne  devi  escludere  alcune.
Ad.  -  Fai  bene  ad
                  avvisarmi. Non avrei dovuto dire tutte le cose sensibili, ma tutte le cose
                  visibili. Confesso che il suono, l'odore, il sapore, il peso, il calore e le altre
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