Page 6 - Gli otto spiriti malvagi
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L’avarizia

                  L’avarizia  è  la  radice  di  tutti  i  mali  e  nutre  come  maligni  ramoscelli  le  rimanenti
                  passioni e non permette che inaridiscano quelle fiorite da essa. Chi vuole recidere le
                  passioni ne estirpi la radice; se infatti poti per bene i rami e l’avarizia permane, non ti
                  gioverà  a  nulla,  perché  essi,  nonostante  siano  stati  recisi,  subito  fioriscono.  Il  ricco
                  monaco è come una nave troppo carica che viene sommersa dall’impeto di un fortunale:
                  come infatti una nave che imbarca acqua è messa alla prova da ogni onda, così il ricco è
                  sommerso  dalle  preoccupazioni.  Il  monaco  che  nulla  possiede  è  invece  un  agile
                  viaggiatore e trova dimora ovunque. Egli è come l’aquila che vola in alto e scende giù a
                  cercare cibo quando vi è costretta. È superiore ad ogni prova, se la ride del presente e si
                  leva in alto allontanandosi dalle cose terrene e accompagnandosi a quelle celesti: infatti
                  ha ali leggere mai appesantite dalle preoccupazioni. Sopraggiunge l’oppressione ed egli
                  lascia il luogo senza dolore; la morte arriva e quegli se ne va con animo sereno: infatti
                  l’anima  non  è  stata  legata  da  vincolo  terreno  di  sorta.  Chi  invece  molto  possiede
                  soggiace alle preoccupazioni e, come il cane, è legato alla catena, e, se viene costretto
                  ad andarsene, si porta dietro, come un grave peso e un’inutile afflizione, i ricordi delle
                  sue  ricchezze,  è  punto  dalla  tristezza  e,  quando  ci  pensa,  soffre  molto,  ha  perso  le
                  ricchezze e si tormenta nello scoramento. E se arriva la morte abbandona miseramente i
                  suoi averi, rende l’anima, mentre l’occhio non tralascia gli affari; a malincuore viene
                  trascinato via come uno schiavo fuggiasco, si separa dal corpo e non si separa dai suoi
                  interessi: poiché la passione lo trattiene più di ciò che lo trascina via.

                  Capitolo 8

                  Il mare non si riempie mai del tutto pur ricevendo la gran massa d’acqua dei fiumi, allo
                  stesso modo il desiderio di ricchezze dell’avaro non è mai sazio, egli le raddoppia e
                  subito desidera quadruplicarle e non cessa mai questo raddoppio, finché la morte non
                  mette fine a tale interminabile premura. Il monaco assennato baderà alle necessità del
                  corpo e sopperirà con pane e acqua allo stomaco indigente, non adulerà i ricchi per il
                  piacere del ventre, né asservirà la sua libera mente a molti padroni: infatti le mani sono
                  sempre sufficienti a servire il corpo e soddisfare le necessità naturali. Il monaco che non
                  possiede nulla è un pugile che non può essere colpito in pieno e un corridore veloce che
                  raggiunge rapidamente il premio dell’invito celeste. Il monaco ricco gioisce per i molti
                  proventi, mentre quello che non ha nulla gode per i premi che gli vengono dalle cose
                  ben riuscite. Il monaco avaro lavora duramente mentre quello che non possiede nulla
                  usa il tempo per la preghiera  e la lettura.  Il  monaco avaro  riempie d’oro i  penetrali,
                  mentre quello che nulla possiede tesoreggia in cielo. Che sia maledetto colui che foggia
                  l’idolo e lo nasconde, simile a colui che è affetto da avarizia: l’uno infatti si prostra di
                  fronte  al  falso  e  all’inutile,  l’altro  porta  in  sé  l’immagine  della  ricchezza,  come  un
                  simulacro.

                  Capitolo 9

                  L’ira

                  L’ira  e  una  passione  furente  e  con  facilità  fa  uscir  di  senno  quelli  che  hanno  la
                  conoscenza,  imbestialisce  l’anima  e  degrada  l’intero  consorzio  umano.  Un  vento



                  Evagrio Pontico - Antirrhetikos                                                  4 di 9
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