Page 10 - Gli otto spiriti malvagi
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La vanagloria è uno scoglio sommerso: se vi urti contro rischi di perdere il carico.
Nasconde il suo tesoro l’uomo prudente quanto il saggio monaco le fatiche della sua
virtù. La vanagloria consiglia di pregare nelle piazze, colui che invece vi si oppone
prega nella sua stanzetta. L’uomo poco assennato rende nota la propria ricchezza e
spinge molti a tendergli insidie. Nascondi invece le tue cose: durante il cammino ti
imbatterai in lestofanti finché non arriverai alla città della pace e potrai usare i tuoi beni
tranquillamente. La virtù del vanaglorioso è un sacrificio consunto e non è certo offerto
all’altare di Dio. L’acedia dissolve il vigore dell’anima, mentre la vanagloria fortifica la
mente che dimentica Dio, rende robusto l’astenico e il vecchio più forte del giovane,
solo finché sono molti i testimoni che assistono a tutto questo: allora saranno inutili il
digiuno, la veglia e la preghiera, è infatti la pubblica approvazione che eccita lo zelo.
NÉ metterai in vendita le tue fatiche per la fama, né rinuncerai alla gloria futura per
essere acclamato. Infatti l’umana gloria si accampa in terra e sulla terra la sua fama si
estingue, mentre la gloria della virtù rimane in eterno.
Capitolo 17
La superbia
La superbia è un tumore dell’anima pieno di sangue. Se matura scoppierà, emanando un
orribile fetore. Il bagliore del lampo annuncia il fragore del tuono e la presenza della
vanagloria annuncia la superbia. L’anima del superbo raggiunge grandi altezze e da lì
cade nell’abisso. Si ammala di superbia l’apostata di Dio ascrivendo alle proprie
capacità le cose ben riuscite. Come colui che sale su una tela di ragno precipita, così
cade colui che si appoggia alle proprie capacità. Un’abbondanza di frutti piega i rami
dell’albero e un’abbondanza di virtù umilia la mente dell’uomo. Il frutto marcio è
inutile al contadino e la virtù del superbo non è accetta a Dio. Il palo sostiene il ramo
carico di frutti e il timore di Dio l’anima virtuosa. Come il peso dei frutti spezza il ramo
così la superbia abbatte l’anima virtuosa. Non consegnare la tua anima alla superbia e
non avrai terribili fantasie. L’anima del superbo è abbandonata da Dio e diviene oggetto
di gioia maligna per i demoni. Di notte egli si immagina branchi di belve che
l’assalgono e di giorno è sconvolto da pensieri di viltà. Quando dorme facilmente
sussulta e quando veglia lo spaventa l’ombra di un uccello. Lo stormire delle fronde
atterrisce il superbo e il suono dell’acqua spezza la sua anima. Colui che infatti poco
prima si è opposto a Dio respingendo il suo soccorso, viene poi spaventato da volgari
fantasmi.
Capitolo 18
La superbia precipitò l’arcangelo dal cielo e come un fulmine lo fece piombare sulla
terra. L’umiltà invece conduce l’uomo verso il cielo e lo prepara a far parte del coro
degli angeli. Di che ti inorgoglisci, o uomo, quando per natura sei melma e putredine, e
perché ti sollevi sopra le nuvole? Guarda alla tua natura poiché sei terra e cenere e fra
un po’ tornerai alla polvere, ora superbo e tra poco verme. A che pro sollevi il capo che
tra non molto marcirà? Grande è l’uomo soccorso da Dio; una volta abbandonato egli
riconobbe la debolezza della natura. Nulla possiedi che tu non abbia ricevuto da Dio.
Perché dunque ti scoraggi per ciò che appartiene ad altri come se fosse tuo? Perché ti
vanti di quel che viene dalla grazia di Dio come se fosse una tua personale proprietà?
Evagrio Pontico - Antirrhetikos 8 di 9