Page 6 - Apologia seconda
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ha  lette,  non  ne  ha  compreso  la  magnificenza  o,  se  l’ha  compresa,  si
                  comporta così per non essere sospettato di essere cristiano: allora è ancora
                  più ignobile e scellerato, dal momento che si lascia attrarre da un’opinione
                  irragionevole e sciocca, nonché dalla paura.

                  4.  E  desidero  che  anche  voi  sappiate  che  io,  dopo  avergli  posto  alcune
                  precise questioni in merito, ho compreso che egli non sa veramente nulla:
                  cosa della quale ho convinto anche lui.

                  5. A prova del fatto che dico la verità, sono pronto a riproporre davanti a
                  voi  quelle  questioni,  se  le  nostre  discussioni  non  vi  sono  state  riferite:
                  anche questo sarebbe compito non indegno di un imperatore.


                  6. Ma se già vi sono noti i miei quesiti e le sue risposte, allora vi è chiaro
                  che egli non conosce nulla delle nostre dottrine; se invece le conosce, non
                  osa (come invece fece Socrate) parlare per timore di chi l’ascolta: allora,
                  come  dissi  sopra,  si  dimostra  non  amante  del  sapere,  ma  amante
                  dell’opinione, incapace di apprezzare il bellissimo detto di Socrate: “Non
                  si deve anteporre l’uomo alla verità”.

                  7. Per un cinico che si pone come fine l’indifferenza, appunto.



                  Perché non ci diamo la morte




                  IV.  –  1.  Ma  perché  qualcuno  non  dica:  “Uccidetevi  tutti  da  voi  stessi,
                  andate subito presso Dio e non dateci più fastidio”, vi dirò per quale causa
                  non lo facciamo e per quale causa, interrogati, confessiamo senza paura.

                  2. Ci è stato insegnato che Dio ha creato il mondo non a caso, ma per il
                  genere  umano.  Ed  abbiamo  già  detto  che  Egli  si  compiace  di  quanti
                  imitano  le  Sue  virtù,  e  che  invece  è  scontento  di  quanti  abbracciano  i1
                  male, nelle parole o negli atti.


                  3. Se dunque ci uccideremo tutti, diverremo colpevoli, per quanto dipende
                  da noi, del fatto che nessuno sia più generato, né sia più ammaestrato nei
                  divini  insegnamenti  e  che  non  esista  più  genere  umano:  così  facendo
                  agiremmo anche noi contro la volontà divina.

                  4. Però, quando siamo interrogati, non neghiamo, perché siamo coscienti
                  di non aver fatto nulla di  male, anzi riteniamo empio non dire  tutta  la
                  verità: sappiamo che questo è caro a Dio, e ora ci sforziamo di liberarvi




                  GIUSTINO – Apologia seconda                                                   pag. 4 di 13
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