Page 3 - Apologia seconda
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Apologia seconda




                                                      GIUSTINO



                  S.Giustino,  discendente  da  una  famiglia  greca  pagana,  è  considerato  il  più
                  importante apologista del II secolo.


                  Narra egli stesso come il suo ardente desiderio di sapere lo avesse condotto, nei suoi
                  anni giovanili, a frequentare le scuole degli stoici, dei peripatetici e dei pitagorici,
                  le cui dottrine però lo lasciarono deluso quanto alla ricerca della verità. Da un
                  vecchio incontrato per caso gli venne chiaramente dimostrata l’insufficienza di
                  ogni tentativo filosofico di spiegare l’essenza e l’immortalità dell’anima, e nello
                  stesso tempo attirò la sua attenzione sui “profeti” e quindi sul Cristianesimo: solo
                  la preghiera incessante apre la strada verso Dio. Da allora egli dedicò la sua vita
                  esclusivamente  alla  difesa  della  fede  cristiana,  la  “sola  filosofia  attendibile  e
                  giovevole”.

                  La sua morte è descritta in un antico e autorevole “Martyrium Sancti Iustini et
                  Sociorum”, secondo il quale Giustino fu decapitato insieme ad altri sei cristiani a
                  Roma, circa nell’anno 165.




                  I. – 1. Gli avvenimenti accaduti nella vostra città, o Romani, sia ieri sia
                  l’altro  ieri,  sotto  Urbico,  e  simili  assurdità  commesse  dovunque  dai
                  magistrati, mi hanno costretto a comporre questo discorso in nostra difesa,
                  che siamo della vostra stessa natura e fratelli vostri, anche se non lo sapete
                  e se non lo volete riconoscere per la gloria delle vostre supposte dignità.

                  2. In ogni luogo, infatti, quanti sono ripresi dal padre e da un vicino o dal
                  figlio o da un amico o da un fratello o dal marito o dalla moglie, per una
                  mancanza  (eccetto  coloro  che  sono  convinti  che  gli  ingiusti  e  gli
                  intemperanti saranno puniti nel fuoco eterno, mentre i virtuosi, e quanti
                  sono  vissuti  imitando  Cristo,  vivranno  con  Dio  senza  sofferenze  –
                  intendiamo parlare dei cristiani – ) questi per la loro ostinazione, l’amore
                  dei piaceri e la riluttanza a seguire il bene, e d’altra parte anche i cattivi
                  demoni,  per  odio  contro  noi,  tenendo  tali  giudici  come  schiavi  e
                  sottomessi, cioè questi magistrati indemoniati, si apprestano ad ucciderci.


                  3. Ma, affinché vi sia chiaro anche la causa di tutto ciò che è accaduto sotto
                  Urbico, vi esporrò i fatti.



                  GIUSTINO – Apologia seconda                                                   pag. 1 di 13
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