Page 12 - Apologia seconda
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Siamo lieti di pagare il nostro debito



                  XI. – 1. Né noi saremmo uccisi né gli uomini ingiusti e i demoni avrebbero
                  la meglio su di noi, se ogni uomo generato non fosse comunque debitore
                  della morte; perciò siamo lieti di pagare il nostro debito.


                  2. Pertanto riteniamo bello ed opportuno riferire a Crescente, ed a quanti
                  come lui delirano, l’episodio narrato da Senofonte.

                  3.  Narrò  Senofonte  che  Eracle,  giunto  a  un  trivio,  incontrò  la  virtù  e  il
                  vizio, apparsi sotto forma di donne.

                  4. Il vizio, in molle veste, con volto seducente e fiorente, dagli occhi subito
                  ammaliatori, disse ad Eracle che, se l’avesse seguito, gli avrebbe procurato
                  una vita sempre felice e adorna di sfarzo splendidissimo, simile al suo.


                  5. La virtù invece, di squallido aspetto e in squallide vesti, disse: “Se tu mi
                  darai  ascolto,  ti  ornerai  non  di  ornamenti  e  di  bellezza  caduchi  o
                  corruttibili, ma di ornamenti eterni e belli”.

                  6.  Noi  siamo  assolutamente  convinti  che,  chiunque  fugga  ciò  che
                  apparentemente è bello e persegua ciò che è reputato aspro ed assurdo,
                  ottiene in cambio la felicità.

                  7. II vizio infatti, ponendo, a copertura delle proprie azioni, le qualità delle
                  virtù e ciò che è vero bene, tramite l’imitazione delle cose incorruttibili (in
                  realtà esso non ne ha né può fare alcunché di incorruttibile), soggioga gli
                  uomini proni a terra, assegnando alla virtù le proprie inique qualità.


                  8. Ma quelli che hanno capito il vero bene, sono anche incorruttibili per la
                  virtù. Questo bisogna che comprenda ogni persona che ragioni, riguardo
                  ai  cristiani,  agli  atleti  ed  a  quanti  compirono  quelle  azioni  che  i  poeti
                  narrarono  a  proposito  dei  falsi  dèi:  questa  è  la  conclusione  che  si  deve
                  trarre dal nostro disprezzo della morte a cui tutti cercano di sfuggire.



                  L’approdo al cristianesimo




                  XII.  –  l.  Infatti  io  stesso,  che  mi  ritenevo  soddisfatto  delle  dottrine  di




                  GIUSTINO – Apologia seconda                                                  pag. 10 di 13
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