Page 14 - Apologia seconda
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Mi vanto di essere cristiano!
XIII. – l. Io allora, resomi conto che un velo di menzogna era disteso dai
cattivi demoni sulle divine dottrine dei cristiani per traviare gli altri
uomini, mi risi sia di chi diffondeva tali menzogne, sia di questo falso
velo, sia dell’opinione dei più.
2. Io confesso di vantarmi e di combattere decisamente per essere trovato
cristiano, non perché le dottrine di Platone siano diverse da quelle di
Cristo, ma perché non sono del tutto simili, così come quelle degli altri,
Stoici e poeti e scrittori.
3. Ciascuno infatti, percependo in parte ciò che è congenito al Logos
divino sparso nel tutto, formulò teorie corrette; essi però,
contraddicendosi su argomenti di maggior importanza, dimostrano di
aver posseduto una scienza non sicura ed una conoscenza non
inconfutabile.
4. Dunque ciò che di buono è stato espresso da chiunque, appartiene a noi
cristiani. Infatti noi adoriamo ed amiamo, dopo Dio, il Logos che è da Dio
non generato ed ineffabile, poiché Egli per noi si è fatto uomo affinché,
divenuto partecipe delle nostre infermità, le potesse anche guarire.
5. Tutti gli scrittori, attraverso il seme innato del Logos, poterono
oscuramente vedere la realtà. Ma una cosa è un seme ed un’imitazione
concessa per quanto è possibile, un’altra è la cosa in sé, di cui, per sua
grazia, si hanno la partecipazione e l’imitazione.
Apponete il sigillo...
XIV. – 1. Vi preghiamo dunque di apporre il sigillo dell’ufficialità a questo
libretto, sottoscrivendo ciò che vi pare valido, affinché anche gli altri
conoscano quanto ci riguarda e possano liberarsi dalle false opinioni e
dall’ignoranza del bene.
2. Essi sono soggetti ai castighi per colpa propria; primo, perché è insita
nella natura umana la capacità di conoscere il bene e il male; poi, perché
condannano noi, mentre non ci conoscono, di commettere quelle
turpitudini che dicono; ed infine perché si compiacciono di dèi che
commisero azioni del genere, ed anche ora ne richiedono di simili agli
uomini: cosicché, con il condannare noi, come se fossimo rèi di tali delitti,
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