Page 40 - 83 Questioni diverse
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deponendo  infine  la  propria  carne,  spogliando  risolutamente  i  principati  e  le
                  potestà e trionfando su di essi nella propria persona  . Sotto la sua guida noi
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                  veniamo perciò liberati dai pesi e dalle fatiche di questa nostra peregrinazione,
                  come dall’Egitto, e a noi, che scampiamo, col sacramento del battesimo sono tolti i
                  peccati che ci perseguitano. E poiché abbiamo la speranza della sua promessa, che
                  ancora  non  vediamo,  girovaghiamo  come  per  luoghi  deserti,  confortati  dalla
                  parola di Dio nelle Sacre Scritture, come gli Ebrei dalla manna del cielo. Ancora
                  sotto la sua guida speriamo di poter giungere alla Gerusalemme del cielo, come
                  alla terra promessa, e rimanervi eternamente sotto il suo governo e la sua custodia.
                  In questo modo il nostro Signore Gesù Cristo si manifesta nostro re. Egli è anche
                  nostro sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedech  ; si è offerto in
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                  olocausto per i nostri peccati e ha raccomandato di celebrare il rinnovamento del
                  suo sacrificio in memoria della sua passione, sicché quello che Melchisedech ha
                  offerto a Dio   noi ora lo vediamo offerto per il mondo nella Chiesa di Cristo.
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                  Avendo dunque il nostro re preso su di sé i nostri peccati per mostrare come
                  lottare e vincere, l’evangelista Matteo ha indicato il carico su di sé dei nostri peccati
                  e l’autorità regale, iniziando la sua genealogia secondo la carne da Abramo, che è il
                  padre del popolo fedele, ed enumerando per via discendente la successione della
                  prole è arrivato sino a Davide, sotto il quale il regno si mostra consolidato con
                  grande evidenza. Poi attraverso Salomone, nato da colei con cui suo padre aveva
                  peccato, ha proseguito la discendenza regale conducendola fino alla nascita del
                  Signore  . Invece l’altro evangelista Luca, che si è preso anch’egli l’incarico di
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                  descrivere la genealogia del Signore secondo la carne, ma nella linea sacerdotale
                  cui  spetta  la  purificazione  e  l’eliminazione  dei  peccati,  inizia  ad  esporre
                  gradualmente l’origine dei suoi antenati non dal principio del libro, come Matteo,
                  ma  dal  punto  in  cui  narra  il  battesimo  di  Gesù,  dove  ha  prefigurato  la
                  purificazione  dei  nostri  peccati.  Egli  non  descrive  le  generazioni  per  via
                  discendente  come  Matteo,  che  lo  mostrava  mentre  scendeva  ad  addossarsi  i
                  peccati, ma in via ascendente, come per indicare che saliva dopo aver distrutto i
                  peccati, senza neppure nominare gli antenati elencati da quello  . Diversa infatti
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                  era l’origine sacerdotale: tramite uno dei figli di Davide, che secondo l’usanza
                  aveva tirato a sorte in matrimonio un donna della tribù sacerdotale, era successo
                  che Maria fosse imparentata con entrambe le tribù, cioè la regale e la sacerdotale.
                  Quando infatti Giuseppe e Maria furono censiti, è stato notato che erano della casa
                  e della famiglia di Davide  . Anche Elisabetta, ricordata come parente di Maria,
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                  era di casta sacerdotale  . E come Matteo, presentando Cristo re che scende per
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                  addossarsi i nostri peccati, lo fa discendere da Davide mediante Salomone, perché
                  Salomone era nato da quella donna con cui Davide aveva peccato, così Luca,
                  presentando Cristo sacerdote che ascende al cielo dopo aver distrutto i peccati,
                  risale  a  Davide  attraverso  Nathan.  Il  profeta  Nathan  era  stato  inviato  perché
                  Davide, corretto da lui, ottenesse mediante la penitenza il perdono di quello stesso
                  peccato  . Per questo Luca, dopo aver citato il nome di Davide, non differisce da
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                  Matteo nei nomi delle generazioni. Egli li nomina infatti risalendo da Davide ad
                  Abramo, e quegli discendendo da Abramo a Davide, poiché da Davide quella
                  genealogia è distinta in due famiglie, la regale e la sacerdotale. Di queste due
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