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deponendo infine la propria carne, spogliando risolutamente i principati e le
potestà e trionfando su di essi nella propria persona . Sotto la sua guida noi
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veniamo perciò liberati dai pesi e dalle fatiche di questa nostra peregrinazione,
come dall’Egitto, e a noi, che scampiamo, col sacramento del battesimo sono tolti i
peccati che ci perseguitano. E poiché abbiamo la speranza della sua promessa, che
ancora non vediamo, girovaghiamo come per luoghi deserti, confortati dalla
parola di Dio nelle Sacre Scritture, come gli Ebrei dalla manna del cielo. Ancora
sotto la sua guida speriamo di poter giungere alla Gerusalemme del cielo, come
alla terra promessa, e rimanervi eternamente sotto il suo governo e la sua custodia.
In questo modo il nostro Signore Gesù Cristo si manifesta nostro re. Egli è anche
nostro sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedech ; si è offerto in
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olocausto per i nostri peccati e ha raccomandato di celebrare il rinnovamento del
suo sacrificio in memoria della sua passione, sicché quello che Melchisedech ha
offerto a Dio noi ora lo vediamo offerto per il mondo nella Chiesa di Cristo.
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Avendo dunque il nostro re preso su di sé i nostri peccati per mostrare come
lottare e vincere, l’evangelista Matteo ha indicato il carico su di sé dei nostri peccati
e l’autorità regale, iniziando la sua genealogia secondo la carne da Abramo, che è il
padre del popolo fedele, ed enumerando per via discendente la successione della
prole è arrivato sino a Davide, sotto il quale il regno si mostra consolidato con
grande evidenza. Poi attraverso Salomone, nato da colei con cui suo padre aveva
peccato, ha proseguito la discendenza regale conducendola fino alla nascita del
Signore . Invece l’altro evangelista Luca, che si è preso anch’egli l’incarico di
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descrivere la genealogia del Signore secondo la carne, ma nella linea sacerdotale
cui spetta la purificazione e l’eliminazione dei peccati, inizia ad esporre
gradualmente l’origine dei suoi antenati non dal principio del libro, come Matteo,
ma dal punto in cui narra il battesimo di Gesù, dove ha prefigurato la
purificazione dei nostri peccati. Egli non descrive le generazioni per via
discendente come Matteo, che lo mostrava mentre scendeva ad addossarsi i
peccati, ma in via ascendente, come per indicare che saliva dopo aver distrutto i
peccati, senza neppure nominare gli antenati elencati da quello . Diversa infatti
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era l’origine sacerdotale: tramite uno dei figli di Davide, che secondo l’usanza
aveva tirato a sorte in matrimonio un donna della tribù sacerdotale, era successo
che Maria fosse imparentata con entrambe le tribù, cioè la regale e la sacerdotale.
Quando infatti Giuseppe e Maria furono censiti, è stato notato che erano della casa
e della famiglia di Davide . Anche Elisabetta, ricordata come parente di Maria,
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era di casta sacerdotale . E come Matteo, presentando Cristo re che scende per
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addossarsi i nostri peccati, lo fa discendere da Davide mediante Salomone, perché
Salomone era nato da quella donna con cui Davide aveva peccato, così Luca,
presentando Cristo sacerdote che ascende al cielo dopo aver distrutto i peccati,
risale a Davide attraverso Nathan. Il profeta Nathan era stato inviato perché
Davide, corretto da lui, ottenesse mediante la penitenza il perdono di quello stesso
peccato . Per questo Luca, dopo aver citato il nome di Davide, non differisce da
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Matteo nei nomi delle generazioni. Egli li nomina infatti risalendo da Davide ad
Abramo, e quegli discendendo da Abramo a Davide, poiché da Davide quella
genealogia è distinta in due famiglie, la regale e la sacerdotale. Di queste due