Page 107 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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Quando arrivò l’ora del pasto, Pacomio montò un asino per andare a portar loro da
mangiare; arrivato, preparò la tavola ed essi mangiarono. Quando venne la sera,
cessarono il lavoro. Alcuni salirono sull’asino per divertirsi, mentre altri lo inseguivano
ridendo e dicendo: «Pacomio, servo nostro, càricati gli utensili sulla schiena e portali al
monastero». Ed egli si caricò gli utensili, afflitto e sospirando, e li portò al monastero.
Aveva il cuore triste, non per la pena, ma a causa dell’irriverenza in cui perseveravano e
dell’indegnità delle loro anime.
Dopo che per molto tempo ebbe sopportato le loro vessazioni e le loro bravate – non per
uno o due, ma per quattro o cinque anni – quando vide che non ritornavano affatto a
Dio, nonostante la pazienza che usava con loro, una sera si recò in un luogo solitario, si
tenne in piedi e pregò tutta la notte, con il cuore spezzato per loro, perché non temevano
Dio, nell’opera che pazientemente elaborava con loro.
Invocò Dio dicendo: «Signore Dio onnipotente, Dio benedetto; Padre benedetto che sei
nel Figlio benedetto; Figlio benedetto che sei nel Padre benedetto, nello Spirito santo
benedetto. Tu che riempi ogni luogo della potenza della tua divinità, cui nulla è
nascosto; perché l’universo fu fatto per la Parola della tua bocca e per il soffio delle tue
labbra. Santo, santo, santo, Signore Sabaoth; il cielo e la terra sono pieni della tua
gloria. Tu che nel cielo sei assiso sui Cherubini e sui Serafini; i cui occhi scorgono gli
abissi. Tu che nessuno può benedire, né esaltare, né glorificare secondo il tuo merito e
la maniera in cui sei; poiché tu sei invisibile, tu sei invincibile, tu sei ogni benedizione.
Tu, con il tuo beneamato Figlio e il tuo Santo Spirito, sei uno, come sta scritto:
Sforzandovi di mantenere l’unità dello Spirito Dio santo, sublime, vivente, paziente,
misericordioso e buono, la cui pietà è abbondante. Signore, Dio giusto e sicuro, giudice
sincero e dolce. Signore, Dio, il forte tra i forti, solido, formidabile, che fa degli angeli i
suoi spiriti e delle fiamme i suoi ministri Signore, Dio benedetto, che hai creato le cose
visibili e le cose invisibili, arcangeli, troni, glorie. Signore, Dio benedetto, che hai
creato il cielo e la terra e ciò che racchiudono la luce e le tenebre, il sole, la luna e le
stelle, i fiumi, il mare e tutto ciò che racchiudono; tu che hai preso della terra alla terra,
e hai formato con le tue mani l’uomo, a tua immagine e somiglianza; che ne hai fatto
maschio e femmina; che hai soffiato sul suo volto un alito di vita; e l’uomo divenne un
essere vivente; che l’hai dotato della parola sulla terra, perché ascolti la tua voce,
osservi i tuoi comandamenti, faccia la tua volontà e ti benedica tutti i giorni della sua
vita. Signore Dio benedetto, che hai lasciato all’uomo la padronanza di sé, perché faccia
le sue scelte a proprio piacimento, la coscienza e il discernimento tra male e bene.
Signore Dio benedetto, che hai donato all’uomo da te creato la saggezza, l’intelligenza,
la scienza e l’accortezza. Signore Dio benedetto, che hai tratto da un solo uomo tutte le
razze umane, perché popolino la superficie della terra. Signore Dio benedetto, che hai
posto il timore e la paura dell’uomo, che hai creato, in tutte le creature, uccelli del cielo,
bestie della terra, pesci e rettili; tu l’hai stabilito padrone di tutte le creature della terra.
Signore Dio benedetto, che hai creato la fecondità e la sterilità, come ci hai insegnato
nelle Sacre Scritture. Signore Dio benedetto, che ci formi nel seno materno e ci fai
uscire dalla matrice; Signore Dio benedetto, che ci procuri ogni crescita e ci nutri
dall’infanzia alla vecchiaia. Signore Dio benedetto, che ci procuri cibi abbondanti e
variati, i frutti della terra e quelli degli alberi da frutto, quelli che si traggono dalle
bestie, dagli uccelli, dal mare, dai fiumi e dalla rugiada del cielo. Signore Dio benedetto,
che aiuti chiunque ti ama, ti cerca, custodisce completamente i tuoi comandamenti e si