Page 109 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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APPENDICE C

                                                  Il sinodo di Latopolis




                  La fama del padre era giunta lontano. Si chiacchierava molto su di lui, gli uni parlando
                  con equità, gli altri passando la misura. Vi fu un giorno una contestazione, perché lo si
                  diceva  chiaroveggente.  Il  padre  fu  dunque  convocato  nella  Chiesa  di  Latopolis,  in
                  presenza  di  monaci  e  vescovi,  per  difendersi  a  questo  riguardo.  Venne  con  qualche
                  fratello  anziano,  e,  gettando  uno  sguardo  su  quelli  che  cercavano  lite,  tacque.  Poi,
                  invitato a difendersi dai vescovi Filone e Mouei, disse loro:  «Non siete stati monaci con
                  me nel monastero, prima di diventare vescovi? Non mi avete visto amante di Dio, come
                  voi, e sollecito verso i fratelli? Quando Mosè (il figlio di colui che veniva chiamato la
                  torre di guardia’) venne posseduto dal demonio e i demoni lo afferrarono per metterlo a
                  morte nei sotterranei, non avete saputo come, per mio intervento, la grazia di Dio lo ha
                  soccorso? Questo per non raccontare il resto». Gli risposero: «Noi professiamo che tu
                  sei un uomo di Dio, e sappiamo che hai visto i demoni, facendo loro guerra perché si
                  allontanino  dalle  anime.  Ma  poiché  il  dono  della  chiaroveggenza  è  una  cosa  grave,
                  difenditi  di  nuovo  su  questo  punto,  e  faremo  tacere  quelli  che  mormorano».  Allora
                  Pacomio disse loro: «Non mi avete sentito dire spesso che, da fanciullo, nato da genitori
                  pagani, non sapevo che cos’era Dio? Chi mi ha accordato di diventare cristiano? Non è
                  lo  stesso  Dio, che ama  gli uomini? A quei  tempi,  non vi  erano che pochi  monaci,  a
                  stento si trovavano gruppi di due o cinque, o al più, di dieci, ed è con grande difficoltà
                  che  si  governano  reciprocamente  nel  timore  di  Dio.  Ora  noi  siamo  questa  grande
                  moltitudine, nove monasteri,  che ci  occupiamo  giorno e notte, per la misericordia di
                  Dio, di conservare pure le nostre anime. Voi stessi confessate che sappiamo discernere
                  ciò  che  riguarda  gli  spiriti  impuri.  Inoltre,  il  Signore  ci  ha  accordato  di  riconoscere,
                  quando lo desidera, chi dei monaci cammina correttamente e chi non è monaco se non
                  in apparenza. Ma lasciamo da parte il carisma divino. I saggi e i prudenti del mondo, se
                  passano qualche giorno in un ambiente umano, non sanno forse discernere e riconoscere
                  il  carattere  di  ciascuno?  E  Colui  che  ha  versato  il  suo  sangue  per  noi,  Sapienza  del
                  Padre,  se  vede  che  qualcuno  di  tutto  cuore  trema  per  la  perdita  del  suo  prossimo
                  soprattutto di  un gran numero di  fratelli, non gli donerà  il modo  di salvarli  in  modo
                  irreprensibile, sia per il discernimento dello Spirito Santo, sia attraverso una visione, se
                  il Signore lo vuole? Non dovete credere, infatti, che io abbia queste salutari visioni ogni
                  volta che voglio: è soltanto quando Colui che tutto dirige mi concede la sua confidenza.
                  L’uomo, da se stesso, assomiglia ad una immagine vana, ma quando si sottomette in
                  verità a Dio, non è più vanità, ma tempio di Dio, come dice Dio stesso: Abiterò in essi.
                  Non dice in tutti, ma soltanto nei santi. Dunque non soltanto in voi e in tutti i fratelli, ma
                  anche in Pacomio, se egli compie la volontà di Dio». A queste parole, l’uditorio ammirò
                  tanto la franchezza quanto l’umiltà del santo. Quando ebbe finito di parlare, un uomo
                  posseduto da uno spirito maligno si gettò su di lui con un pugnale per ucciderlo. Ma il
                  Signore  lo  salvò  per  mezzo  dei  fratelli  che  l’accompagnavano,  mentre  il  tumulto
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