Page 32 - Utilità del Credere
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agli  uomini  come  vero  uomo:  furono  guariti  gli  ammalati,  purificati  i
                  lebbrosi; agli zoppi fu restituita la capacità di camminare, ai ciechi la vista, ai
                  sordi l’udito  . Gli uomini di quel tempo videro l’acqua cambiata in vino,
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                  una folla di cinquemila persone saziata con cinque pani, i mari attraversati a
                  piedi, i morti che risuscitavano. Alcuni di questi miracoli erano di aiuto al
                  corpo con beneficî ben manifesti, altri invece alla mente con segni meno
                  espliciti,  ma  tutti  giovavano  agli  uomini,  a  testimonianza  della  maestà
                  divina. Così allora l’autorità divina faceva muovere verso di sé le anime
                  erranti dei mortali. Perché, mi dirai, queste cose ora non avvengono? Perché
                  esse  non  toccherebbero  nessuno,  se  non  fossero  straordinarie;  e  non
                  sarebbero straordinarie, se fossero consuete. Immagina un uomo che veda e
                  percepisca per la prima volta l’alternanza del giorno e della notte, l’ordine
                  perfettamente costante degli astri, il succedersi delle quattro stagioni durante
                  l’anno, la caduta e la rinascita delle fronde sugli alberi, l’infinita forza dei
                  semi, la bellezza della luce, la varietà dei colori, dei suoni, degli odori, dei
                  sapori; supponi che possiamo parlare con lui: resterebbe stupito e quasi
                  sommerso dai miracoli. Noi invece non facciamo più caso a tutte queste cose;
                  non perché ci sia facile conoscerle (non c’è infatti niente di più oscuro delle
                  loro cause), ma di certo perché ne facciamo esperienza continuamente. Quei
                  miracoli, dunque, sono stati compiuti nel più opportuno dei momenti, così
                  che, riunita ed ampliata per mezzo loro la moltitudine dei credenti, l’autorità
                  si rivolgesse in modo utile agli stessi costumi.

                  Influenza dei costumi. Autorità della Chiesa cattolica.
                  17. 35. I costumi poi, quali che siano, influiscono tanto sulle menti umane che
                  possiamo  con  più  prontezza  biasimare  e  condannare  come  riprovevole
                  quanto in essi c’è di perverso - cosa che accade quasi sempre per il prevalere
                  di  desideri  sfrenati  -  che  abbandonarlo  o  cambiarlo.  Ritieni  forse  una
                  decisione di poco conto per le vicende umane che non solo pochi dottissimi
                  uomini discutano, ma anche tutta una folla incolta di uomini e di donne,
                  appartenenti a tanti e diversi popoli, creda e proclami che nulla di terreno,
                  nulla di celeste, infine nulla di ciò che si percepisce con i sensi deve essere
                  adorato al posto di Dio, al quale ci si deve accostare con il solo intelletto?. E
                  che la continenza arrivi fino al più povero dei nutrimenti fatto solo di pane e
                  di acqua, che i digiuni si prolunghino non per un giorno soltanto ma anche
                  per più giorni di seguito; che la castità giunga fino alla rinuncia del coniuge e
                  della prole, che la pazienza fino a non curarsi delle croci e delle fiamme, che
                  la liberalità fino alla distribuzione dei patrimoni ai poveri, che, infine, il
                  disprezzo di tutto questo mondo si spinga fino al desiderio della morte?
                  Pochi fanno queste cose, meno ancora le fanno bene e con saggezza, ma i
                  popoli le prendono in considerazione, i popoli le approvano, i popoli le
                  favoriscono, i popoli infine le amano: i popoli incolpano la propria debolezza
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