Page 34 - Utilità del Credere
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molti sani e soprattutto per coloro che vogliono portargli aiuto. Ma Dio non
                  è autore del male e non si è mai pentito di aver fatto qualcosa; il suo animo
                  non è turbato dalla tempesta di qualche emozione, né il suo regno è una
                  particella di terra; non approva o comanda nessuna azione turpe o malvagia;
                  né mente mai. Queste e altre cose simili, infatti, ci turbavano, quando le
                  investivano con grandi invettive e le presentavano come se questa fosse la
                  dottrina del Vecchio Testamento: cosa che è del tutto e assolutamente falsa.
                  Ammetto, pertanto, che a buon diritto essi criticano queste cose. Ma che cosa
                  ho  dunque  imparato?  E  che  cosa,  a  tuo  avviso,  se  non  che,  quando  si
                  criticano queste cose, non è la dottrina cattolica che è criticata? Così, ciò che
                  ho appreso di vero da loro, lo conservo; ciò che ho considerato falso, lo
                  respingo. Ma la Chiesa cattolica mi ha insegnato molte altre cose, alle quali
                  quegli uomini dai corpi sottili ma dalle menti crasse non possono aspirare:
                  che Dio non è corporeo, che niente di Lui può essere percepito con gli occhi
                  del corpo, che niente della sua sostanza e della sua natura è in alcun modo
                  contaminabile o mutevole, composto o plasmato. Se mi concedi queste cose
                  (non si può infatti pensare diversamente di Dio), tutti i loro artifici sono
                  distrutti. Come poi sia possibile che il male non sia stato generato o fatto da
                  Dio, che non vi sia o vi sia mai stata alcuna natura e sostanza che non sia
                  stata  generata  o  fatta  da  Dio  e  che,  tuttavia,  Egli  ci  liberi  dal  male,  lo
                  dimostrano argomenti così inconfutabili che non è assolutamente possibile
                  dubitarne, specialmente da parte tua e di persone simili a te, purché però al
                  buon ingegno si aggiungano la pietà ed una certa serenità di spirito, senza la
                  quale non è possibile comprendere assolutamente nulla di cose tanto grandi.
                  E, a questo proposito, non si tratta di fama venuta dal nulla e di non so quale
                  favola persiana, per la quale è sufficiente porgere l’orecchio e una mente non
                  perspicace, ma addirittura infantile. Ben altra cosa, assolutamente ben altra
                  cosa  è  la verità, non quale la vaneggiano i Manichei. Ma poiché questo
                  nostro discorso si è esteso molto più di quanto pensassi, poniamo qui fine al
                  libro, nel quale, voglio che non te ne dimentichi, io non ho ancora cominciato
                  a confutare i Manichei, non ho ancora attaccato le loro futilità, né ho fatto
                  conoscere alcunché di grande della stessa Chiesa cattolica, ma ho solo voluto
                  toglierti, se possibile, la errata opinione sui veri cristiani, inculcata in noi per
                  malizia o per ignoranza, e indirizzarti ad apprendere le cose grandi e divine.
                  Appunto perciò questo libro può restare così come è: quando il tuo animo
                  sarà divenuto più calmo e sereno, io forse sarò più pronto per il resto.
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