Page 199 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
P. 199
non riesce a spiegare. Perché questo? Non perché’cosî ha meritato, ma perché
cosî piace al Padre del Verbo, Sposo dell’anima, Gesù Cristo Signore nostro, che
è sopra ogni cosa Dio benedetto nei secoli. Amen.
SERMONE LXXXVI
I. L’ornamento della verecondia che appare nella sposa, e che si addice soprattutto agli
adolescenti. II. Il luogo e il tempo propri dell’orazione, e che cosa si intenda secondo il senso
morale per letto e notte.
I. 1. Non è più il caso ormai di chiedermi perché l’anima cerchi il Verbo: ciò è
già stato esposto a sufficienza sopra. Dunque, andiamo avanti in questo
capitolo, parlando però solo delle lezioni pratiche che ne conseguono. Come
prima cosa notiamo la verecondia della sposa: non so se si possa vedere nei
costumi degli uomini qualcosa di più piacevole. È bene avere questa in mano
prima di ogni altra cosa, e cogliere questo bel fiore da questo passo e ornare i
nostri adolescenti: non che essa non si debba ritenere con ogni cura anche
nell’età più adulta, essendo certamente essa l’ornamento di ogni età, ma perché
la grazia della delicata verecondia splende maggiormente ed è più bella nella
tenera età. Che cosa c’è di più amabile di un verecondo adolescente? Quanto è
bella e splendida questa gemma di costumi nella vita e sul volto di un
adolescente! Come è verace e sicuro indizio di speranza e indizio di indole
buona! È una verga di disciplina per lui che alzata contro gli affetti disordinati,
tiene all’ordine e comprime gli insolenti atti e movimenti di leggerezza di una
lubrica età. Che cosa tiene così lontano il turpiloquio ed ogni conseguente
turpitudine? È sorella della continenza. Nessuna altra cosa è indi zio così
manifesto della semplicità della colomba, e anche prova di innocenza. È
lampada sempre splendente di una mente pudica, perché nulla di turpe o meno
decoroso si stabilisca in essa, senza che essa subito lo scopra. In tal modo,
nemica dei mali e propugnatrice di innata purezza è speciale gloria della
coscienza, custode della buona reputazione, decoro della vita, sede delle virtù e
loro primizia, vanto della natura e sigillo di ogni onestà. Lo stesso rossore delle
guance che il pudore può far comparire, quanta grazia e decoro conferisce al
volto che ne è soffuso!
2. La verecondia è un genuino bene dell’animo fino a tal punto che anche quelli
che non temono di fare il male, hanno tuttavia il pudore di non farlo
palesemente, come dice il Signore: Chi opera il male odia la luce (Gv 3,20). Ma
anche: Quelli che dormono dormono di notte e quelli che sono ubriachi lo sono di notte
(1 Ts 5,7); cercano, cioè, di nascondere con le tenebre le opere delle tenebre e
degne dell’oscurità. È interessante, tuttavia, che le bruttezze nascoste che la