Page 201 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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4. Non ci rincresca, tuttavia, scrutare ancora i segreti di questo letto e di questo
                  tempo, per vedere se possiamo cavarne fuori qualche cosa di spirituale che vi si
                  nasconde.  E  ci  piace  vedere  raffigurata  nel  letto  l’umana  infermità,  e  nelle
                  tenebre  notturne  l’ignoranza  ugualmente  umana,  ne  consegue  ed  è  davvero
                  conveniente che si cerchi con insistenza il Verbo che è virtù di Dio e sapienza di
                  Dio contro questi due mali originali. Che cosa, infatti, vi è di più conveniente
                  che all’infermità si opponga la forza, e all’ignoranza la sapienza? E perché non
                  resti alcun dubbio ai cuori semplici circa questa interpretazione, sentano quello
                  che dice a questo riguardo il santo Profeta: Il Signore lo sosterrà sul letto del suo
                  dolore,  gli  darai  sollievo  nella  sua  malattia  (Sal  40,4).  Questo  riguardo  al  letto.
                  Riguardo poi alla notte dell’ignoranza nulla di più chiaro di quanto si dice in un
                  altro Salmo: Non capiscono, non vogliono intendere, avanzano nelle tenebre (Sal 81,5),
                  dove si esprime certamente la stessa ignoranza in cui il beato Apostolo confessa
                  di essere nato e dalla quale si gloria di essere stato strappato dicendo: È lui che ci
                  ha liberati dal potere delle tenebre (Col 1,13). E perciò diceva: Non siamo figli della
                  notte,  né  delle  tenebre  (1  Ts  5,5);  e  ancora,  rivolgendosi  a  tutti  gli  eletti:
                  Comportatevi come figli della luce (Ef 5,8).
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