Page 7 - Scala Clautralium
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alla dolcezza della contemplazione; tuttavia rimane presente quanto alla sua volontà di
guidarci, quanto alla grazia, quanto all’unione con noi.
10. Non temere, o sposa, non disperarti, non crederti disprezzata se per un certo tempo ti
sottrae lo Sposo il suo volto. Tutto ciò concorre al tuo bene (Rm 8,28): dal suo
accostarsi come dal suo ritirarsi tu trarrai un guadagno. Per te egli viene, per te anche si
ritira. Viene a tua consolazione e si ritira a tua difesa, perché tu non monti in superbia
per la grandezza della consolazione (2Cor 12,7), perché non ti metta a disprezzare i tuoi
compagni per lo Sposo che è sempre con te e non finisca con l’attribuire questa
consolazione alla tua natura invece che alla grazia. Essa invece è una grazia che lo
Sposo distribuisce quando vuole e a chi vuole, che non si possiede per diritto ereditario.
Dice un proverbio popolare che familiarità induce al disprezzo: così lo Sposo si ritira
perché non gli avvenga di essere disprezzato a causa della sua assiduità, perché sia
maggiormente desiderato a causa della sua assenza. Egli sa che se sarà desiderato sarà
più avidamente cercato, se a lungo cercato sarà finalmente trovato: e più grande ne sarà
allora il ringraziamento.
Di più: se non venisse mai meno questa consolazione, che è confusa e imperfetta
rispetto alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi, potremmo pensare di avere
quaggiù una città stabile e cercheremmo con minor forza quella futura (1Cor 13,12; Rm
8,18; Eb 13,14). Perché dunque non prendiamo l’esilio per la patria, la caparra per il
premio finale, lo Sposo alternativamente viene e si ritira: ora offre consolazione, ora
muta in debolezza la prostrazione (Sal 41,4). Per un certo tempo ci permette di gustare
quanto è buono (Sal 34,9); poi, prima di essere gustato pienamente, si sottrae; dispiega
le ali volteggiando sopra di noi per spingerci a volare a nostra volta, quasi dicendo:
«Poco avete gustato come sono buono, come sono dolce (Dt 32,11; Sal 34,9; 1Pt 2,3).
Se volete saziarvi pienamente della mia dolcezza correte dietro a me al profumo dei
miei aromi (Ct 1,3), tenete in alto i cuori: perché là io sono, alla destra di Dio Padre, là
mi vedrete, non come in uno specchio, in maniera confusa, ma faccia a faccia. Allora il
vostro cuore si rallegrerà pienamente, e nessuno potrà togliere la vostra gioia» (Mc 16,7;
1Cor 13,12; Gv 16,22-23).
11. Ma fa’ attenzione a te stessa, o sposa: quando lo Sposo si assenta non va lontano, e
anche se tu non lo vedi, egli sempre ti vede. È pieno d’occhi davanti e di dietro (Ap
4,6), sì che non puoi nasconderti alla sua vista. Ha anche attorno a te i suoi spiriti come
messaggeri, incaricati di scrutare attentamente, di riferire come ti comporti in assenza
dello Sposo, di accusarti di fronte a lui se in te riconoscessero qualche segno di
rilassamento o di vacuità. Geloso è questo tuo Sposo: se mai tu accogliessi un altro
amore, se cercassi di piacere a un altro più che a lui, subito si separerebbe da te e ad
altre giovinette si legherebbe. Delicato è questo tuo Sposo, e nobile e ricco, il più bello
tra i figli dell’uomo (Sal 45,3): così non vuole avere per sé altra sposa se non la più
bella. Se vedrà in te macchia o ruga, subito allontanerà gli occhi Suoi (Ef 5,27; Is 1,15),
perché non può reggere nulla di immondo. Sii dunque casta, sii pudica e umile: solo in
tal modo meriterai di esser visitata frequentemente dal tuo Sposo.
Forse troppo a lungo ti ho intrattenuto, fratello mio. È stato l’argomento, fecondo
quanto dolce, a spingermi a ciò: se mi ci sono soffermato non è stato per mia volontà,
ma perché sono stato mio malgrado trascinato da tanta dolcezza.
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