Page 80 - Perché un Dio Uomo
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Bosone – A questo aspira il mio cuore. Infatti, sebbene mi sembri di capire, voglio che
              tu mi faccia la tessitura delle ragioni.

              Anselmo – Non c’è bisogno di spiegare quanto sia grande il dono che il Figlio spon-
              taneamente offrì.

              Bosone – È chiaro abbastanza.


              Anselmo – Suppongo che non penserai che debba rimanere senza ricompensa colui
              che spontaneamente offre un così grande dono a Dio.

              Bosone – Al contrario vedo la necessità che il Padre ricompensi il Figlio. Altrimenti si
              mostrerebbe o ingiusto se non lo volesse, o impotente se non lo potesse: cose tutte
              estranee a Dio.

              Anselmo – Colui che ricompensa qualcuno o gli dona ciò che egli non ha o gli condo-
              na ciò che potrebbe da lui esigere. Ora prima ancora di compiere questa grande ope-
              ra il Figlio possedeva tutto ciò che era del Padre, né mai ebbe un debito che gli po-
              tesse venir condonato. Che premio dunque verrà dato a colui che non ha bisogno di
              nulla e al quale nulla può essere dato o condonato?

              Bosone – Vedo da una parte la necessità del premio e dall’altra l’impossibilità; perché
              è necessario che Dio dia ciò che deve e non c e cosa che possa essere donata.


              Anselmo – Se un premio così grande e così meritato non viene dato né a lui né ad al-
              tri, sembrerà che il Figlio abbia compiuto invano un’opera così grande.

              Bosone – È empio il pensarlo.

              Anselmo – Dal momento dunque che il premio non può essere dato a lui, necessa-
              riamente deve essere dato a qualche altro.

              Bosone – È una conclusione inevitabile.


              Anselmo – Se il Figlio volesse che ciò che gli è dovuto sia dato a un altro, potrebbe il
              Padre legittimamente impedirglielo o negarlo a colui al quale egli lo vuol dare?

              Bosone – Al contrario credo giusto e necessario che il Padre lo dia a colui al quale il
              Figlio lo vorrà dare, perché al Figlio è lecito dare ciò che è suo e il Padre può dare ciò
              che deve solo a un altro.

              Anselmo – A chi più convenientemente assegnerà il frutto e il premio della sua morte
              se non a coloro per la salute dei quali si è fatto uomo – come la ragionevolezza della
              verità ci ha insegnato – e ai quali, come abbiamo detto, morendo diede l’esempio di
              come si muore per la giustizia? Invano infatti sarebbero suoi imitatori, se non fosse-
              ro partecipi dei suoi meriti.
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