Page 5 - Lodi della Vergine Madre
P. 5
3. Fu dunque mandato da Dio l’Angelo Gabriele (Lc 1, 26). Dove? In una città della
Galilea chiamata Nazaret. Vediamo se da Nazaret, come dirà Natanaele (Gv 1, 46),
può venire qualcosa di buono. Nazaret significa fiore. A me sembra che le
parole e le promesse fatte da Dio ai Padri, Abramo cioè, Isacco e Giacobbe siano
state come un seme della rivelazione divina gettato dal cielo sulla terra, del
quale seme è scritto: Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un seme,
saremmo diventati come Sodoma e simili a Gomorra (Is 1, 9). Questo seme fiorì nelle
meraviglie operate da Dio quando Israele uscì dall’Egitto, nelle figure e simboli
misteriosi che lo accompagnarono durante tutto il viaggio per il deserto fino
alla terra promessa, e in seguito nelle visioni e nei vaticini dei Profeti e nell’
ordinamento del regno e del sacerdozio fino all’ avvento di Cristo. Non a torto
Cristo è considerato come frutto di questo seme e di questi fiori, secondo le
parole di Davide: Il Signore elargirà il suo bene, e la nostra terra darà il suo frutto
(Sal 84, 13) ; e ancora: Un frutto delle tue viscere io porrò sul tuo trono (Sal 131, 11).
In Nazaret dunque viene annunziata la nascita di Cristo, perché nel fiore c’è la
speranza del frutto. Ma, spuntato il frutto, il fiore cadde, perché apparendo la
verità nella carne, la figura scomparve. Perciò è detto che Nazaret è una città
della Galilea, cioè una città di passaggio, perché alla nascita di Cristo sono
passate tutte quelle cose che ho detto sopra, le quali, come dice l’Apostolo
«erano accadute loro come figure» (1 Cor 10, 11). Anche noi, che ormai possediamo
il frutto, vediamo che quei fiori sono caduti; e mentre ancora si vedevano
fiorire, si prevedeva che sarebbero passati. Per questo dice Davide: come l’erba
che germoglia al mattino, che al mattino fiorisce e germoglia, e alla sera è falciata e
dissecca (Sal 89, 6). Alla sera, cioè quando venne la pienezza dei tempi, in cui
Dio mandò il suo Unigenito, fatto da donna, fatto sotto la legge, secondo ciò che
ha detto: Ecco,faccio nuove tutte le cose (Ap 21, 5), le cose vecchie passarono e
scomparvero, a quel modo che, appena il frutto comincia a crescere, i fiori
cadono e inaridiscono. Per cui è ancora scritto: Seccò l’erba, e cadde il fiore; ma la
Parola del Signore rimane per sempre (Is 40, 8).
4. Cristo pertanto è il buon frutto che rimane in eterno. Ma dov’è l’erba che è
seccata? Risponda il Profeta: Ogni carne èfzeno (erba), e tutta la sua gloria è come
ilfiore dell’erba (Is 40, 6). Se ogni carne è erba, dunque fu erba quel popolo
carnale dei Giudei. Non è forse seccata l’erba, mentre quel popolo, vuoto di
ogni contenuto spirituale, si contentò dell’arida lettera? Se non è caduto il fiore,
dov’è dunque il regno, dove il sacerdozio, dove sono i Profeti, il tempio, dove
infine quelle meraviglie di cui soleva gloriarsi dicendo: « Quanto abbiamo udito e
conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato (Sal 77, 3). E ancora: le cose che ha
comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli (ivi 5)? Questo per spiegare
perché sia stato detto:...a Nazaret, città della Galilea.
5. In questa città fu dunque mandato da Dio l’Angelo Gabriele. A chi fu
mandato? Ad una Vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe (Lc 1, 27). Chi è
questa Vergine così venerabile da essere salutata da un Angelo, e così umile da
essere sposa di un falegname? Bel connubio della verginità con l’umiltà; molto