Page 68 - Frasi agostiniane
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                749.      Neque enim homines a simulacro, sed simulacrum ab hominibus servabatur.
                    Quomodo ergo colebatur, ut patriam custodiret et cives, quae suos non valuit
                    custodire custodes?
                    Non infatti gli uomini venivano protetti dal simulacro, ma era il simulacro ad
                    essere protetto dagli uomini. Come dunque poteva essere venerata, perché
                    proteggesse città e cittadini colei che non fu capace nemmeno di custodire i
                    suoi custodi? (De civ. Dei 1, 2)

                750.      Prorsus adeo dicere: non sunt episcopi mali; quia si mali, non episcopi. Tu
                    iterum ad nomen me revocas et dicis: episcopus est, nam sedet cathedra. Est et
                    faeneus custos in vinea.
                    Addirittura oso dire: non esistono vescovi cattivi perché se sono cattivi, non
                    sono vescovi. Tu di nuovo mi richiami al nome e dici: è vescovo, infatti siede
                    sulla cattedra. Anche lo spaventapasseri sta nella vigna! (Serm. 340/A, 6)

                751.      Ubi me terret, quod vobis sum, ibi me consolatur, quod vobiscum sum. Vobis
                    enim sum episcopus, vobiscum sum christianus. Illud est nomen suscepti officii, hoc
                    gratiae; illud periculi est, hoc salutis.
                    Nel momento in cui mi dà timore l'essere per voi, mi consola il fatto d'essere
                    con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è
                    segno dell'incarico ricevuto, questo della grazia; quello è occasione di
                    pericolo, questo di salvezza. (Serm. 340, 1)

                752.      Neque enim, quia de superiore isto loco loquimur vobis, ideo magistrivestri
                    sumus: ille est enim omnium magister, cuius cathedra est super omnes caelos; sub
                    illo in una schola convenimus et vos et nos condiscipuli sumus.
                    Non dunque per il fatto che vi parlo da un luogo posto più in alto, io sono
                    vostro maestro. Egli infatti è il maestro di tutti, la cui cattedra è al di sopra di
                    tutti i cieli. Sotto di lui siamo riuniti in una sola scuola, e voi e noi siamo
                    condiscepoli. (Serm. 301/A, 2)

                753.      Ut ergo sit quod vocatur, audiat, non me, sed mecum simul audiamus, simul
                    in una schola condiscipuli ab uno magistro Christo discamus, cuius cathedra ideo est
                    in caelo, quia prius crux fuit in terra.
                    Dunque (il vescovo), perché sia quel che è chiamato, ascolti non me ma con
                    me: ascoltiamo insieme; insieme condiscepoli, nell'unica scuola,
                    apprendiamo da Cristo, il solo maestro, che in tanto ha la cattedra in cielo in
                    quanto prima sulla terra ebbe a cattedra la croce. (Serm. 340/A, 4)

                754.      Pascere omnes pane tractabili et visibili non sufficio: inde pasco, unde pascor;
                    minister sum, paterfamilias non sum; inde vobis appono, unde et ego vivo, de
                    thesauro dominico, de epulis illius patrisfamilias.

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