Page 58 - Frasi agostiniane
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giustifichi te. (Serm. 179, 10)

                638.      Non faciunt bonos mores nisi boni amores.
                    Non altro che le buone affezioni fanno buoni i costumi. (Serm. 311, 11, 11)

                639.      Audite me, o pauperes: quid non habetis, si Deum habetis? Audite me, o
                    divites: quid habetis, si Deum non habetis?
                    Ascoltatemi, voi poveri: Che vi manca, se possedete Dio? Ascoltatemi, voi
                    ricchi: Che avete, se non avete Dio? (Serm. 311, 18, 15)

                640.      La storia del popolo ebreo è una prova dell'esistenza di Dio: De cons. ev.
                    1, 25, 39.
                    Avvicinatevi, o Giudei, a colui che vi viene predicato nelle vostre orecchie,
                    avvicinatevi a colui che viene glorificato dinanzi ai vostri occhi: Adv. Iud. 9,
                    14.
                    I loro libri sacri attestano che noi non abbiamo inventato nulla sul Cristo: De
                    civ. Dei 18, 46.
                    Vengono invitati a venire alla Chiesa, dov'è Cristo: In Io. Ev. tr. 50, 4.
                    Mi piace parlare un po' con i giudei come se fossero presenti: Adv. Iud. 7, 9.
                    Haec, carissimi, sive gratanter, sive indignanter audiant Iudaei, nos tamen ubi
                    possumus, cum eorum dilectione praedicemus.
                    Queste cose, sia che i giudei le ascoltino rallegrandosi sia indignandosi, noi
                    però, dove possiamo, le diciamo con amore verso di loro. (Adv. Iud. 10, 15)

                641.      Minus est contemnere quod delectat quam vincere quod molestat.
                    Ha minor valore disprezzare quel che procura godimento a confronto del
                    superamento di ciò che fa soffrire. (Serm. 318, 2)

                642.      Adulterium carnis est, illicite concumbere: adulterium cordis est, veritatem
                    negare.
                    Giacere illecitamente insieme, è adulterio della carne; negare la verità, è
                    adulterio spirituale. (Serm. 318, 2)

                643.      Non sic sapit lucrum, quomodo dolet damnum: quia facilius est non
                    manducare, quam vomere.
                    Non dà tanto gusto il guadagno per quanto fa soffrire la perdita: è infatti più
                    naturale non mangiare che vomitare. (Serm. 318, 2)

                644.      Multum dimisit qui spem saeculi dimittit.
                    Abbandona molto chi abbandona la speranza del mondo. (Serm. 105/A, 1)

                645.      Laboriosum est fidei tempus. Quis negat?
                    È faticoso il tempo della fede. Chi lo nega? (Serm. 38, 4)


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