Page 95 - Cristianesimo vissuto
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bisogno dei due sacramenti, che sono la quotidiana riparazione ed,
alimentazione della tua vita. Se della confessione e della comunione tu
non senti il bisogno e l'amore, non dirmi che hai desiderio di vivere. Se ti
farai tirare per accostarti al santo tribunale ed alla sacra mensa, tu pendi
molto più verso le tue passioni che verso Dio; c'è in te più il senso del
mondo che di Cristo. Dio non occupa in te che un piccolo posto, e senza
dubbio giungerai a restringerglielo ancora. Sai che con Dio non bisogna
scherzare ; bisogna trattarlo da Dio; tu ne sei convinto e sei deciso a
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trattarlo in questo modo. Ebbene se sei risoluto di essere franco con te
stesso e con Dio, se sei deciso di diventare un uomo di fede e di dovere, io
non ho bisogno di dirti né quando né come devi ricorrere ai sacramenti. I
bisogni dell'anima tua te lo diranno sufficientemente, e finché i bisogni
dell'anima tua non te lo diranno, quello che potranno dirtene i libri o gli
uomini non avrà grande influsso. su di te. Il cuor retto non ha bisogno di
tante esortazioni e prediche, quello che egli sente ha più valore di ciò che
gli si dice. Del resto, per la grazia di Dio, oggi s'insiste tanto sulla
frequenza alla Comunione, che potrai udire raccomandazioni ed
esortazioni senza numero. Non ho dunque da aggiungere le mie
raccomandazioni a tante altre, e non faccio che ripetere il mio grande
consiglio: Sii sincero, va' sino in fondo alla tua fede. Vedi? la fede, come
l'amore, non è una questione di parole o di lingua, ma è prima di tutto
una questione di verità e d'azione . Ah, s'io potessi convincerti di questo!
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Se potessi insegnarti ad essere un uomo di fede! un uomo di verità e di
sincerità!
Che? un cristiano, che sul serio vuol vivere da cristiano, avrebbe
dunque bisogno d'esser incessantemente spinto da esortazioni, forzato
dalla sorveglianza, senza la quale ricade inerte? Egli non ha dunque nulla
nella mente nè nel cuore. La vita non viene dal di fuori ma dal di dentro;
e se dentro non c'è nulla, mai non vi sarà vita. Non parlarmi di quegli
esseri senza carattere, che non hanno più vita d'una carretta. La quale,
quando è tirata, cammina; ma appena si lascia, rimane dov'è. Tu non
apparterrai mai alla categoria di quegli esseri fiacchi e vuoti, vili e falsi,
che fanno il bene per timore o per compiacenza, per adulazione o per
ipocrisia' per vanità o per interesse. Il bene, per essere vero, dev'esser
sincero, e se c'è una buona azione in cui si richiede la sincerità, è
soprattutto la frequenza dei sacramenti. lo fremo al solo pensiero dei
sacrilegi che si commettono per ipocrisia. Ma gemo pure pensando alla
viltà dei cuori che si fanno trascinare. Oh! no, tu non sarai mai né un cuor
vuoto, né uno spirito falso.
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Nolite errare: Deus non irridetur. Galat. 4, 7.
69 Filioli mei, non diligamus verbo neque lingua, sed opere et veritate. I Ioan. 3, 18.
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