Page 38 - Trattato della vera devozione a Maria
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giorno in giorno con le buone opere. Ciò non avviene in nessun Istituto
                  religioso. In questi si danno a Dio i beni di fortuna col voto di povertà; i
                  beni  del  corpo  col  voto  di  castità;  la  propria  volontà  col  voto  di
                  obbedienza  e,  qualche  volta,  anche  la  libertà  del  corpo  col  voto  di
                  clausura.  Non  si  danno,  però,  la  libertà  o  il  diritto  naturale  di  disporre
                  delle proprie buone opere e nemmeno ci si spoglia totalmente di quel che
                  il  cristiano  possiede  di  più  prezioso  e  di  più  caro:  i  propri  meriti  e  le
                  proprie soddisfazioni.

                  [124] 2) Chi si è consacrato e sacrificato volontariamente a Gesù Cristo per
                  le mani di Maria, non può disporre del valore di alcuna delle sue buone
                  opere.  Tutto  ciò  che  soffre,  tutto  ciò  che  pensa,  dice  e  fa  di  bene
                  appartiene a Maria ed ella può disporne secondo il volere del Figlio e alla
                  maggior gloria di lui.
                  Tuttavia questa indipendenza non pregiudica in alcun modo i doveri di
                  stato  in  cui  uno  si  trova,  o  potrà  trovarsi  in  seguito:  per  esempio,  gli
                  obblighi  di  un  sacerdote  che,  per  ufficio  o  per  diverso  motivo,  deve
                  applicare il valore soddisfattorio e impetratorio della santa Messa ad una
                  particolare  intenzione.  Infatti  questa  offerta  è  compiuta  in  conformità
                  all'ordine voluto da Dio e ai doveri del proprio stato.

                  [125] 3) Con questa forma di devozione ci si consacra nello stesso tempo
                  alla Vergine santa e a Gesù Cristo: a Maria, come al mezzo perfetto che
                  Gesù  Cristo  ha  scelto  per  unirsi  a  noi  e  unirci  a  Lui;  a  nostro  Signore,
                  come al nostro  fine  ultimo, cui dobbiamo tutto ciò che siamo, perché è
                  nostro Redentore e nostro Dio.


                  2. Rinnovazione perfetta delle promesse battesimali

                   [126]  Ho  detto  che  questa  forma  di  devozione  può  benissimo  definirsi
                  una perfetta rinnovazione dei voti o promesse del santo battesimo.
                  Ogni  cristiano,  infatti,  prima  del  battesimo  era  schiavo  del  demonio,
                  poiché gli apparteneva. Nel battesimo, di propria bocca o per mezzo del
                  padrino e della madrina, egli ha rinunciato solennemente a Satana, alle
                  sue  seduzioni  ed  alle  sue  opere  ed  ha  scelto  per  padrone  e  sovrano
                  signore  Gesù  Cristo,  al  fine  di  dipendere  da  lui  in  qualità  di  schiavo
                  d'amore.  E  precisamente  ciò  che  avviene  nella  presente  devozione:  si
                  rinuncia (com'è notato nell'atto di consacrazione) al demonio, al mondo,
                  al peccato ed a se stessi e ci si dà interamente a Gesù Cristo per le mani di
                  Maria.
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