Page 116 - La nube della non conoscenza
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maniera  adeguata  e  perfetta,  in  se  stesso  e  così  com’è,  ben  lontano  da  ogni
                  costruzione fantastica o idea errata che si possa avere di lui in questa vita.
                  Perché tu possa meglio comprendere quel che vai sperimentando, ricordati che
                  la visione e la percezione di Dio così com’è in se stesso, non si possono separare
                  da Dio in quanto tale, proprio come non si può separare Dio dal suo essere, dal
                  momento che egli è uno nella sostanza e per natura. Pertanto, come Dio non
                  può  restare  separato  dal  suo  essere  a  causa  dell’unità  della  sua  natura,  così
                  l’anima che gode questa visione e questa percezione, non può restare distinta
                  da ciò che vede e percepisce, a causa dell’unità che si crea in virtù della grazia.
                  Ecco, questi segni ti permetteranno di costatare e verificare in parte quale sia la
                  natura  e  l’eminenza  della  tua  chiamata  e  di  quel  moto  di  grazia  che  avverti,
                  interiormente, nel tuo lavoro spirituale, e esteriormente, in seguito all’ascolto o
                  alla  lettura  dell’argomento  della  contemplazione.  Quando  dunque  avrai
                  sperimentato, tu o qualsiasi altro si trovi nelle tue stesse disposizioni d’animo,
                  tutti questi segni o qualcuno soltanto (sono pochissimi, infatti, coloro che hanno
                  ricevuto il tocco e il marchio speciale della grazia, così da provarli tutti quanti
                  subito all’inizio);  se  perlomeno  ne avrai sperimentato uno  o due,  il che  è già
                  sufficiente, bisogna sottoporli alla testimonianza delle Scritture e all’esame del
                  tuo direttore spirituale e della tua coscienza. Una volta
                  fatto  questo,  ti  conviene  lasciar  perdere  di  tanto  in  tanto  le  complicate
                  meditazioni e le raffinate rappresentazioni della tua mente che hanno per tema
                  le qualità del tuo. essere e dell’essere di Dio, le tue azioni e le sue opere: sono
                  servite  a  nutrire  le  tue  facoltà  e  a  scioglierti  dai  legami  della  materia  e  della
                  carne per innalzarti al tuo stato attuale di grazia, ma ora non servono più.

                  13.  [Bisogna  passare  dalla  contemplazione  dell’umanità  di  Cristo  a  quella  della  sua
                  divinità, attraverso la pratica di una preghiera pura].

                  Lascia da parte, dunque, la conoscenza di Dio che si acquista con la riflessione e
                  l’immaginazione,  e  se  vuoi  imparare  come  dedicarti  spiritualmente  alla
                  semplice coscienza del tuo io e, di Dio, considera l’esempio che Cristo stesso ci
                  ha dato nella sua vita.
                  In  effetti,  se  non  ci  fosse  stata  perfezione  più  alta  quaggiù  del  fatto  di
                  considerare  e  amare  la  sua  umanità,  io  sono  convinto  che  egli  non  sarebbe
                  asceso  al  cielo  prima  della  fine  del  mondo;  e  non  avrebbe  privato  della  sua
                  presenza corporea quelli che su questa terra lo amano di un amore speciale. E
                  invece  c’è  una  perfezione  più  alta,  accessibile  all’uomo  già  in  questa  vita:  è
                  l’esperienza  puramente  spirituale  dell’amore  della  sua  divinità.  Ecco  perché
                  Cristo  disse  ai  suoi  discepoli,  rattristati  dall’idea  di  perdere  la  sua  presenza
                  corporea  (come  in  fondo  capita  anche  a  te  quando  devi  abbandonare  le  tue
                  meditazioni  particolari  e  le  sottigliezze  della  tua  mente  speculativa),  che  era
                  bene per loro che se ne andasse via con il corpo: «Expedit vobis ut ego vadam; È
                  meglio per voi che io me ne vada» col corpo. E il dotto re commenta così: «Se
                  non venisse  tolta ai nostri occhi corporei la forma della sua umanità, i nostri
                  occhi spirituali non resterebbero fissi all’amore della sua divinità». Perciò ti dico
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