Page 4 - La Preghiera
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preghiera non sarebbe sufficiente, se non aggiungiamo come chiedere. D’altra parte che ci
gioverebbe il modo di pregare, se non sapessimo con la preghiera che cosa chiedere?
Le cose da chiedere a Dio
2. Quel che si deve chiedere pregando, cioè le parole della preghiera, costituisce il primo di
questi due punti; l’altro, il come pregare, è dato dalle disposizioni dell’orante. Ecco un esempio
per ciò che si deve chiedere: «Chiedete le cose grandi e le piccole vi saranno aggiunte» e
«Chiedete le cose celesti, anche le terrestri vi saranno aggiunte» e «Pregate per quelli che vi
oltraggiano» e «Chiedete al padrone della messe, perché mandi operai alla messe» e ancora
«Pregate per non cadere in tentazione» e «Pregate perché la vostra fuga non avvenga d’inverno
né di sabato» e «pregando, poi, non dite molte parole» e contenuti simili. Per il modo di
pregare: «voglio quindi che gli uomini preghino in ogni luogo levando pure mani senza rancori
e dissensi. Analogamente anche le donne in veste adatta si ornino con modestia e sobrietà e non
con trecce od oro o perle o vesti sontuose, ma secondo ciò che conviene a donne che fanno
professione di pietà, per mezzo di opere buone». E sul modo di pregare, ci è di insegnamento
anche questo: «se dunque offri il tuo dono all’altare e lì ti sei ricordato che tuo fratello ha
qualcosa verso di te, lascia il tuo dono davanti all’altare e va’, prima riconciliati con il tuo
fratello ed allora, ritornato, offri il tuo dono». Poiché, qual dono può essere inviato a Dio dalla
creatura razionale più grande di una fragrante parola di preghiera, offerta da chi sa di non
avere quel fetore che emana dal peccato? Vi è poi, sul modo di pregare, questo passo: «non
privatevi tra di voi, se non d’accordo per il tempo da attendere alla preghiera e di nuovo
ritornate insieme, perché non goda di voi Satana a causa della vostra incontinenza». Si vede
quindi che non si prega come si deve se l’opera degli ineffabili misteri del matrimonio non è
compiuta con rispetto, raramente, senza passione; infatti l’accordo di cui si tratta qui sopprime
il disordine delle passioni, spegne l’incontinenza impedendo a Satana di godere dei mali nostri.
Oltre a questi, il passo che segue insegna il modo di pregare: «se state pregando, perdonate se
avete qualche cosa contro qualcuno». E quest’altro, in Paolo, indica il modo di pregare: «Ogni
uomo che preghi o profetizzi a capo coperto, deturpa il suo capo, ed ogni donna che preghi o
profetizzi a capo scoperto, deturpa il suo capo».
Lo Spirito interviene
3. Ma pur conoscendo Paolo tutti questi esempi e molti in più potendo trarre dalla legge, dai
profeti e da quanti ne contiene il Vangelo, è con atteggiamento non pur di modestia, ma di
sincerità che, nel constatare, con multiforme esegesi d’ogni particolare, dopo tutto quanto resti
da sapere, che cosa dire con la preghiera e come lo si deve dire, esclama: «Non conosciamo la
maniera di chiedere quanto dobbiamo chiedere nella preghiera». E vi aggiunge, onde supplisca
a quel che manca nel caso di chi non sa, ma si mostra degno di veder colmata la sua
insufficienza: «Lo stesso Spirito chiede a Dio con gemiti ineffabili, e colui che scruta i cuori
conosce il pensiero dello Spirito, perché chiede per i santi, secondo Dio». E lo Spirito che grida
nel cuore dei beati «Abbà, o Padre», che conosce bene i gemiti di questa terrestre dimora
bastanti a schiacciare coloro che sono caduti o hanno trasgredito, con lamenti ineffabili chiede a
Dio, accogliendo i nostri gemiti, a motivo della sua grande compassione e solidarietà con
l’uomo. E per sì fatta sapienza, vedendo «umiliata a terra l’anima nostra e rinchiusa nel corpo
dell’umiliazione», chiede a Dio non con gemiti qualsiasi, ma con certi ineffabili gemiti
contenenti «arcane parole che non è concesso all’uomo dire». Questo Spirito poi, non
bastandogli di chiedere a Dio, prolungando la preghiera, sovrachiede per coloro – io credo – che
sono più che vincitori, com’era Paolo quando diceva: «Ma in tutte queste cose siamo più che
vincitori». Ed è verosimile che intercede appena per quelli che non sono in grado di stravincere,
non tali però da essere vinti e che tuttavia vincono.
La preghiera di Giovanni
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