Page 4 - L'uniformità alla volontà di Dio
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intendendo, che qui consiste tutta la perfezione d’un’anima.. Diceva il B. Errico Susone
(l. 2. c. 4) Dio non vuole, che noi abbondiamo de’ lumi, ma che in tutto ci sottomettiamo
alla sua volontà. E S. Teresa: Tutto quello, che dee procurare chi si esercita
nell’orazione, è di conformare la sua volontà alla divina; e si assicuri, che in questo
consiste la più alta perfezione. Chi più eccellentemente la praticherà, riceverà da Dio i
più gran doni, e farà più progressi nella vita interiore. La B. Stefana da Soncino
Domenicana essendo un giorno in visione condotta in cielo vide alcune persone defonte,
ch’ ella avea conosciute, collocate tra i Serafini, e le fu detto, che quelle erano state
sublimate a tanta gloria per la perfetta uniformità, che aveano avuta in terra alla volontà di
Dio, che un Serafino colla mia.
In questa terra dobbiamo apprendere dai Beati del cielo come abbiamo da amare Dio.
L’amor puro, e perfetto, che i Beati in cielo hanno per Dio, è nell’unirsi perfettamente alla
sua volontà. Se i Serafini intendessero esser suo volere, che s’ impiegassero per tutta
l’eternità ad ammucchiare le arene de’ lidi, o a svellere l’erbe de’ giardini, volentieri lo
farebbero con tutto il lor piacere. Più; se Dio facesse loro intendere, che andassero ad
ardere nel fuoco dell’Inferno, immediatamente si butterebbero in quell’abisso per fare la
divina volontà. E questo è quello, che c’ insegnò a pregare Gesù Cristo, cioè l’eseguire la
volontà divina in terra, come la fanno i santi in cielo: Fiat voluntas tua sicut in caelo et in
terra. (Matth. 6.9)
Il Signore chiamava David l’uomo secondo il suo cuore, perché David adempiva tutti i
suoi voleri: Inveni virum secundum cor meum, qui faciet omnes voluntates meas. (Act
13.22) Davide stava sempre apparecchiato ad abbracciare la divina volontà, come spesso
si protestava: Paratum cor meum. Deus, paratum cor meum. (Ps. 58.8 et Ps. 107.1) E
d’altro non supplicava il Signore, che d’insegnarli a fare la sua volontà: Doce me facere
voluntatem tuam. (Ps. 142.10) Un atto di perfetta uniformità al divino volere basta a fare
un santo. Ecco Saulo mentre va perseguitando la Chiesa, Gesù Cristo l’illumina, e lo
converte. Che fa Saulo? che dice? non fa altro, che offerirsi a fare la sua vonontà:
Domine, quid me vis facere? (Act 9.6) Ed ecco, che’ l Signore lo dichiara vaso d’elezione,
ed Apostole deele genti: Vas ecectionis est mihi iste, ut portet nomen meum coram
gentibus. (Act 9.15) Sì perché quegli, che dà la sua volontà a Dio, gli dà tutto; chi gli dà le
robe colle limosine, il sangue col flagellarsi, i cibi co’ digiuni, dona a Dio parte di ciò, che
tiene; ma chi gli dona la sua volontà, gli dona tutto, onde può dirgli: Signore, io son
povero, ma vi dono tutto quel che posso; dandovi la mia volontà, non ho più che darvi.
Ma questo appunto è il tutto, che da noi pretende il nostro Dio: Fili mi, praebe cor tuum
mihi. (Prov 23.1) Figlio, dice il Signore a ciascuno, figlio, dammi il tuo cuore, cioè la tua
volontà. Nihil gratius Deo (parla S. Agostino) possumus ei offerre, quam ut dicamus ei:
Posside nos. No, che non possiamo offerire a Dio cosa più cara, che con dirgli: Signore
possedeteci voi; noi vi doniamo tutta la nostra volontà, fateci intendere quello che da noi
volete, e noi l’eseguiremo.
Se dunque vogliamo compiacere appieno il cuore di Dio, procuriamo in tutto di
conformarci alla sua divina volontà; e non solo di conformarci, ma uniformarci a quanto
Dio dispone. La conformità importa, che noi congiungiamo la nostra volontà alla volontà
di Dio; ma l’uniformità importa di più, che noi della volontà divina, e della nostra ne